Diciamocelo ho nostalgia di quel periodo in cui i pubblicitari tracciavano storie di vita quotidiana anche paradisiaca ma che rimanevano attaccati a sogni e speranze di una vita normale, oggi persino l’icona del Mulino Bianco diventa piacevole e il mugnaio Banderas accettabile rispetti a certi scempi. Ma la campagna legata alla storia proposta da Tim no quella sta diventando una pacchianata, tratteggiare Garibaldi come un fighetto in giro per l’Italia intento a divertirsi e a chattare su facebook e a fare il marpione con signore e a giocare a pallone con la fedele truppa no è troppo. Non stupiamoci poi se tra qualche anno i nostri figli/nipoti alle domande di esame risponderanno eloquentemente: (..) Garibaldi, si certo quello che litigava con la mamma per la maglietta della salute. Ma lo storia più orribile è poi di fastweb con il Ratto delle Sabine che per l’occasione diventa una mefistofelica pantegana preistorica come King Kong abbiamo veramente toccato il fondo.
Insomma conoscere le proprie origini e apprezzare il passato anche attraverso un attenta rilettura è un atto doveroso, ma per favore i creativi lascino perdere, si concentrino piuttosto su altre proposte così rischiano di far passare per ignorante una nazione e per di più creano danni incalcolabili. E poi è risibile utilizzare personaggi e situazioni su cui ovviamente il committente non debba pagare royalties visto che gli attori in questione sono passati a miglior vita da tempo (un po’ come fa Benigni con Dante).
Non vorrei dover assistere in futuro a un assicurazione che utilizza il povero Attilio Regolo (buttato da una rupe dentro una botte con chiodi acuminati dai cartaginesi ) dicendo visto lui non si era assicurato da noi, oppure a un agenzia di scommesse che usa come esempio quello degli Orazi e dei Curiazi spiegando che fino alla fine non si sa mai come va a finire e che quindi è opportuno scommettere. In che mani siamo !!
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