Non ha la stessa solennità del
patriota milanese ma l’incipit quella della lotta a tutti i costi per salvare
la passione per uno sport sentito dalla comunità biellese quello si. E’ un
martedì sera tranquillo e afoso quello che si era aperto in Via XX settembre a Biella,
il CDA, riunito come spesso era successo nelle ultime settimane, sapeva che
doveva uscire con un principio e con percorso. Il tempo degli annunci e delle
incertezza doveva necessariamente finire. Certo le difficoltà non sono
evaporate ma di sicuro era necessario dare una svolta. E’ svolta sia, il
progetto riparte, viene rilanciato, probabilmente con qualche paletto,
necessario in un momento di crisi, ma c’è. Ed è questa la notizia che i
colleghi fuori dalla segrete stanze aspettavano e twittavano, era questo il
messaggio tanto atteso arrivato in tardissima serata ieri sera. Si riparte dai
giovani, dall'entusiasmo di persone che conoscono il percorso e che, siamo
sicuri, metteranno tutto loro stessi per far decollare il progetto.
La lega due
non è un disonore, così come non sarebbe un disonore anche restarci più di una
stagione costruendo una piattaforma che ti porti ad avere prima di tutto
serenità economica e di programmazione. Biella è il basket. Biella è legata
anima e corpo a questo progetto fin dai tempi in cui si andava alla Rivetti.
Due palazzetti dello sport, due gioielli di strutture devono essere
maggiormente sfruttati.
La politica e l’amministrazione non si trincerino solo
dietro al periodo difficile e senza risorse facciano quello che devono fare,
programmino e aiutino (non solo il basket ma lo sport in generale – vero servizio
sociale cittadino e del territorio). Le aziende non si chiudano a riccio, una
percentuale infinitesimale in meno di guadagno non cambia la vita, la presenza
a volte anche senza tanti clamori in progetti di ampio respiro dovrebbe, di per
sé, già gratificare. I tifosi amino questo squadra, questo sport, senza
diventare difficili e critici ma a prescindere.
E poi si ringrazi chi ha
lavorato per questo progetto dal Presidente Angelico che in un anno disgraziato
avrebbe avuto tutte le scusanti per gettare la spugna ma non lo ha fatto, lo si
faccia anche nei confronti di Atripaldi e di Savio che hanno fatto la loro
parte e che magari adesso chiedono giustamente di andare verso altri traguardi.
E forse anche a noi, che abbiamo il privilegio di scrivere e di raccontare di
questa avventura mettiamo in maggiore evidenza gli aspetti positivi, forse
anche questo può aiutare.
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