Prima di tutto io sono
Ponderanese e poi Biellese, quando nel 2001 sedevo sui banchi del Consiglio
Comunale con il gruppo di minoranza composto da Giorgio Borri, Lele Deusebis,
Giorgio Mò e Paolo Vallivero affrontammo la questione del Nuovo Ospedale costruito
nel nostro territorio. Un misto di preoccupazione e di dubbio ci assalì tant’è
vero che ci astenemmo sulla delibera, per alcuni aspetti tecnici. Ospedale
costruito in una zona notoriamente percorsa da fonti d’acqua, in una zona
urbanizzata. Fummo tacciati dai giornalisti dell’epoca di scarso attaccamento
agli interessi del territorio. I fatti però ci diedero e ci danno ragione. Le
spese per la parte idrogeologica lievitarono per le note cause della zona e
negli anni a venire non sono stati risolti del tutto alcuni problemi. Ultimo in
ordine di tempo quello dei confini e della gestione della parte amministrativa.
Ora non so in base a quale legge internazionale noi dovremmo cedere i confini,
mentre il peso del traffico verrà gestito dal Comune di Biella, gli scarichi
dell’Ospedale saranno a carico nostro. E i parcheggi dovremmo gestirli noi come
comunica il Direttore Generale dell’Asl. Quale soluzione ? Non ve ne sono molte
o si realizza il progetto della Grande Biella con il capoluogo che ingloba le
realtà limitrofe e quindi si farà carico di tutte le problematiche
amministrative del territorio. Oppure con una cessione minima territoriale il
Comune di Ponderano deve necessariamente monetizzare. Abbiamo una casa di
riposo che insiste pesantemente sul bilancio del paese: sia questa a totale
convenzione con l’Asl con altri benefit sanitari a favore dei cittadini
ponderanesi. Insomma perché ricade tutto sul contribuente ponderanese. Abbiamo
già subito negli anni passati altre prove, una Biella Mongrando che non si è
più fatta a favore del Maghettone che ha tagliato in due il nostro territorio, ma va bene così. Adesso è il
momento di farci rispettare e se dovremo gestire l’anagrafe, pazienza lo faremo,
non esistono più i libroni ottocenteschi in cui con pazienza amanuense si
scrivevano i nomi dei nati. Grazie a Dio c’è la tecnologia.
Beppe Rasolo – uno di Ponderano
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