giovedì 16 agosto 2012

La dignità nel calcio esiste ?


Nell’anno Olimpico in cui l’importante è partecipare, in cui si dovrebbe vincere in maniera lineare e pulita, in cui un avversario ancorché odioso va rispettato e combattuto sul campo ma onorato alla fine della pugna, il calcio non perde occasione per stabilire dei primati. Messo in archivio uno scudetto contestato e discusso più fuori dal campo che sul rettangolo di gioco. Ecco i prodromi della nuova stagione che non mancano di saltare fuori  già al mese di agosto. La supercoppa pechinese né è stato un  fulgido esempio, sia sul campo, dove si è visto di tutto, sia fuori, dove non si sono rispettate le più elementari regole del savoir faire. Ora tra punzecchiature varie si prosegue, un allenatore provoca invocando farmacie combine e sospetti e la risposta non tarda a venire sulle vittorie mai raggiunte da tale allenatore. Nemmeno più nelle conventicole dei bar di periferie sono così permalosi, ma perché non farsi una grassa risata sfottersi magari ma finirla in breve. Un calcio così non giocato ma provocato non stuferà alla fine ?? Io vorrei vedere una bella partita di calcio, di sport, giocata bene con far play. Alla fine quando poi vinci, come è capitato al Barcellona di Messi, al Milan di Sacchi e al Brasile di Ronaldo e Ronaldinho c’è un gusto piacevole nel godersi la vittoria, quando invece ti incancrenisci, che piacere può esserci. Invece in Italia il  gusto è solo quello di vincere non per godersi la vittoria, ma per sfottere l’avversario. Al di là della tecnologia perché non imparare da altri sport di squadra come basket e volley, non solo per l’uso della tecnologia, ma anche per i comportamenti, forse anche in questo caso il pubblico tornerebbe più volentieri a calcare i gradoni di uno stadio

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