Nell’anno Olimpico in cui l’importante
è partecipare, in cui si dovrebbe vincere in maniera lineare e pulita, in cui
un avversario ancorché odioso va rispettato e combattuto sul campo ma onorato
alla fine della pugna, il calcio non perde occasione per stabilire dei primati.
Messo in archivio uno scudetto contestato e discusso più fuori dal campo che
sul rettangolo di gioco. Ecco i prodromi della nuova stagione che non mancano
di saltare fuori già al mese di agosto.
La supercoppa pechinese né è stato un
fulgido esempio, sia sul campo, dove si è visto di tutto, sia fuori,
dove non si sono rispettate le più elementari regole del savoir faire. Ora tra
punzecchiature varie si prosegue, un allenatore provoca invocando farmacie
combine e sospetti e la risposta non tarda a venire sulle vittorie mai
raggiunte da tale allenatore. Nemmeno più nelle conventicole dei bar di
periferie sono così permalosi, ma perché non farsi una grassa risata sfottersi
magari ma finirla in breve. Un calcio così non giocato ma provocato non stuferà
alla fine ?? Io vorrei vedere una bella partita di calcio, di sport, giocata bene
con far play. Alla fine quando poi vinci, come è capitato al Barcellona di
Messi, al Milan di Sacchi e al Brasile di Ronaldo e Ronaldinho c’è un gusto
piacevole nel godersi la vittoria, quando invece ti incancrenisci, che piacere
può esserci. Invece in Italia il gusto è
solo quello di vincere non per godersi la vittoria, ma per sfottere l’avversario.
Al di là della tecnologia perché non imparare da altri sport di squadra come
basket e volley, non solo per l’uso della tecnologia, ma anche per i comportamenti,
forse anche in questo caso il pubblico tornerebbe più volentieri a calcare i
gradoni di uno stadio
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