mercoledì 10 giugno 2020

L'iconoclastia italica mette alla gogna Montanelli


Mi sto seriamente chiedendo se questo virus oltre alla lunga sequela di lutti abbia trasformato anche i neuroni in testa alle persone. L’ultima follia è la distruzione di simboli e statue come se questi fossero baluardi di chissà quale potere dittatoriale, presumo a breve l’assalto a musei e a distruzione degli stessi perché contengono vestigia del passato che non dobbiamo più rimembrare. E se la statua di Cristoforo Colombo paga per l’omicidio di Lyod, povero genovese ma che colpa ne ha, in Italia abbiamo gli emuli che chiedono a gran voce la rimozione della statua di Indro Montanelli a Milano per il suo passato in Africa. Avendo conosciuto il maestro di giornalismo credo che lui stesso non avrebbe certo apprezzato una statua in suo onore, schivo com’era di natura e molto poco autocelebrativo. Il suo giornale anticonformista e la sua penna arguta erano ineguagliabili e i suoi fondi una vera e propria lezione di giornalismo. Chi sbraita ora contro di lui dovrebbe per decenza, e a volte anche pudicizia, cercare, se ne è capace, leggere i suoi scritti, quelli che ammantavano il quotidiano di Milano o la sua ponderosa Storia d’Italia Chissà quale sarebbe stato il titolo dell’ultimo capitolo, ironico com’era il buon Indro da Fucecchio avrebbe realizzato l’Italia dei Sentinelli  

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