Un secolo fa un anziano ma molto perspicace piemontese che
rispondeva al nome di Giovanni Giolitti, cuneese si apprestava a governare per
un anno in un periodo di grande difficoltà sia interne che esterne. L’impresa
di Fiume e di D’annunzio metteva ovviamente in difficoltà il Governo italiano,
così come le innumerevoli violenze e scioperi perpetrate in quello che gli
storici hanno poi ribattezzato il Biennio rosso. Periodo di grandi mutamenti la
guerra pur se vittoriosa aveva lasciato molto strascichi. Le finanze dello
stato versavano in cattive acque e il politico piemontese propose un prelievo
fiscale che avrebbe introdotto la progressività delle imposte. Si trattava di
legge che garantiva una certa equità e che permise soprattutto all’inizio di
guardare con un certo ottimismo. Si gravava sui più abbiente, venne introdotto
la tassa di successione, sui titoli azionari e sui profitti di guerra- Giolitti
fu anche in grado di risolvere la questione fiumana e siglò il trattato di
Rapallo nel novembre del 1920, trattato che dichiarava la città libera e portò
in dote al nostro paese Zara. Sottovalutò forse la violenza delle squadre
fasciste e le loro azioni o per lo meno pensò di poter riassorbire all’interno
del sistema democratico tutte le pulsioni di violenza ma qui purtroppo non
tenne conto nè del periodo ne nell’evoluzione delle lotte. Nel 1922 gli fu
preferito Facta, aveva avuto il veto dei popolari di don Sturzo solamente perché
al Vaticano non era piaciuta l’azione fiscale sui titoli azionari, sarebbe
stato curioso vedere l’azione di Giolitti durante la marcia su Roma, lui
avrebbe fatto come Facta ? oppure come contro Fiume e D’annunzio avrebbe
mandato l’esercitò per risolvere la questione ? Durante il dibattito
parlamentare diede la fiducia al primo governo Mussolini ai socialisti che esortavano
lo statista piemontese alla "coerenza con i principi democratici". replicò:
"Il Parlamento ha il governo che si merita... ah, voi socialisti! Proprio
voi oggi non potete parlare di coerenza. Ve l'ho detto, ve l'ho scritto e oggi
ve lo ripeto: non avete avuto coraggio e per questo non siete andati al
governo".
domenica 21 giugno 2020
un secolo fa il Quinto Governo Giolitti
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