Io non credo alle coincidenze ma la vittoria del Milan
a Lecce per 4 a 1 nel giorno della dipartita di Pierino Prati ha una sua
logica. Il richiamo alla notte del 1969 dove Pierino la Peste mise a segno una
tripletta da favola contro quella squadra che poi sarebbe diventata leggenda
nei primi anni 70, l’Ajax di Cruiff. Prati non era un attaccante era l’attaccante
per antonomasia, pettinatura alla Beatles e periodo in cui i parastinchi non
erano stati ancora inventati. Era il periodo della gioventù, era il periodo d’oro
del golden boy, di Rivera che lanciava spesso e volentieri il Basletta ma che
aveva Prati il suo terminale offensivo. Era un calcio in cui, post 1966 non vi
era grande spazio per gli stranieri, in cui i campioni crescevano in casa e che
in nuce avrebbe creato i prodromi della vittoria mondiale del 1982. Era il
periodo in cui proprio alla fine degli anni settanta il Milan stava cercando di
inanellare lo scudetto della stella, sfuggita per ben due anni di fila tra il
1972 e il 1973. Era un calcio d’altri tempi in cui da piccolo tifoso si gioia
per quella maglia con le strisce sottili a colori rossoneri e in cui gli
alfieri dell’attacco si chiamavano Prati, Chiarugi e poi infine Calloni, lo
sciagurato Egidio
mercoledì 24 giugno 2020
Prati infiniti a San Siro
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