Filippo del Carretto Conte di Camerano il 13 aprile del 1796 cadde alla testa dei suoi uomini di fronte alle truppe di Napoleone nella strenua difesa della Cosseria dopo aver pronunciato in risposta al generale francese Pierre Banel “Sachez que vous avez à faire aux grenadiers piemontais, qui ne se rendent jamais!” Il caposaldo della resistenza piemontese nella prima guerra napoleonica rappresenta una delle pagine più gloriose dell’esercito sabaudo e anche una degli scontri più sanguinosi a cui andò incontro Napoleone nella sua carriera militare. Il forte, in territorio ligure, e che difendeva la Valle Bormida era difeso da 1079 uomini in gran parte piemontesi e con un contingente croato dell’esercito austriaco con cui i Savoia avevano stretto l’alleanza antinapoleonica. Del Carretto difendeva un castello di proprietà della sua famiglia, i suoi uomini erano carenti di acqua, di artiglieria, di assistenza sanitaria e cibo e resistettero per 48 ore a furiosi assalti nemici. I francesi lasciarono sul terreno oltre 1000 uomini e occuparono la fortezza alle sei del mattino del 14 aprile dopo aver reso l’onore delle armi al contingente piemontese che sotto la guida di Filippo, che cadde colpito da una palla di fucile alla sera del 13 aprile, aveva reso impossibile la loro avanzata. Moriva così sul campo uno degli ufficiali più preparati dei Savoia che aveva studiato tattica militare in Prussia all’epoca di Federico il Grande ma che, per amore della figlia del conte francese Loius de Lamezan Sains, lasciò l’esercito in giovane età diventando di fatto un gentiluomo di campagna. Ma l’onore e la fedeltà alla casa Savoia all’età di 34 anni lo porta a imbracciare nuovamente le armi e a scendere in campo per difendere il Regno di Sardegna dell’assalto delle truppe francesi. Sono quattro anni di campagne in cui si distingue per perizia militare e per le numerose ferite ricevute. Nel 1794 si segnala a Ponte di Nava e nel coprire la ritirata dell’esercito sabaudo su Ceva. Nella campagna del 1795 rimane di nuovo ferito alla gamba sinistra mentre organizzava a Vado le truppe in linea di battaglia, ma non abbandona la posizione e rimane in prima linea. Alla battaglia di Loano del 23 novembre viene ferito allo stomaco e, ciò nonostante, non lascia il campo di battaglia per farsi curare se non a scontro ultimato. L’epilogo il 13 aprile 1796 alla Cosseria
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