Le guerre di religione sono state un passaggio doloroso e molto pesante della metà degli anni quaranta del 1600 e non ne è stato immune anche il territorio piemontese. Il Piemonte era terra di passaggio di truppe francesi e spagnole ma quello che successe a Villanova Mondovì fu particolarmente cruento e curioso legato più che a motivazioni religiose a cause dinastiche. La successione di Vittorio Amedeo di Savoia I portò allo schieramento di due diversi partiti quelli che sostenevano la duchessa Maria Cristina e quelli che invece erano dalla parte dei principi Tommaso e Maurizio. A Villanova Mondovì erano molti quelli si schierarono a favore dei principisti e questo indusse la Duchessa verso la metà del 1641 a mandare sul posto un Reggimento di ugonotti francesi che occuparono il territorio, i francesi erano comandati da un luogotenente dal nome un po’ strano come Mariscalla. La pace faticosamente raggiunta nel 1642 non comportò l’allontanamento dell’occupazione straniera e le cronache locali narrano che i transalpini cominciarono a diventare insolenti e feroci e si macchiarono di diversi furti rendendo, di fatto, la popolazione insofferente. Oltretutto l’occupazione non era indolore e sui locali gravava anche una tassa, una lira al giorno per i soldati che diventava tre nel caso di sergenti. I Villanovesi stufi dell’andazzo decisero di passare all’azione e di sbarazzarsi dei francesi. Il 28 aprile del 1644 invitarono i militi stranieri ad un banchetto pantagruelico, verso mezzanotte partiva la parola d’ordine dall’osteria del Cappel Verde: “il forno è caldo fate il pane”. A questo segnale tutti i soldati francesi furono uccisi, una scena che richiama lo sceneggiato il Trono di spade ma che si verificò. I resti dei soldati furono seppelliti in una località chiamata Morteis. La duchessa rimase impressionata dall’evento e chiese giustizia ma di fatto, nonostante l’inchiesta sviluppata dal Governatore di Mondovì e qualche arresto non si procedette a nessuna punizione esemplare, i tempi non lo consentivano e soprattutto c’era l’esigenza di non aumentare la tensione in quelle zone. Villanova poi entrò in conflitto con Mondovì per la gabella sul sale ma quella è un’altra storia.
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