Se all’inizio del 1800 la nostra bestia nera erano gli
austriaci, Custoza è il monumento nazionale alla sfortuna sul campo di
battaglia, qualche volta ricercata a dire il vero dall’incapacità del comando,
l’africa di fine 800 e inizio secolo è sempre stata foriera di sconfitte, patite
anche dai nativi, e se Dogali, Amba Alagi Maccallè e Adua sono solo alcune
delle pietre miliari della cronica incapacità degli eserciti nazionali di
vincere, quella di Tobruch è un pagina poco conosciuta nella guerra italo
turca. E se per le altre battaglie saltarono persino governi, quella del 22
novembre 1911 fu una pagina secondaria e poco gloriosa ma in linea con il
solito refrein che ci impediva di trarre profitto dalle colonie. La guerra è
quella per il possesso della Libia, protettorato turco e sono proprio i turchi
con alcune tribù libiche, quelle che imperversano tutt’ora a dare del filo da
torcere. Tobruch è un avamposto vitale, chi la possiede detta la linea in quasi
tutto lo stato, sarà così anche nella seconda guerra mondiale. Il 22 novembre
basta un commando di dieci uomini turchi per avere ragione di una guarnigione
di 200 uomini, gli italiani la perdono ma la riconquistano l’anno dopo. La
guerra libica durerà solo un anno fino alla fine del 1912 con la perdita di
3500 soldati italiani contro i 15.000 turchi
e sarà una sorta di preview per la prima guerra mondiale anche se i
ribelli libici battaglieranno per oltre cinque lunghi anni
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