lunedì 25 novembre 2019

gli accordi politici di novembre e il taglio dei parlamentari (ops)

 

Gli accordi governo non sono una novità dell’ultima ora nè una prerogativa della repubblica italica ma avevano valenza politica anche duemila anni or sono, proprio a novembre del 43 a.c. dopo l’uccisione di Cesare, si strinse un accordo che durò per dieci anni, due legislature se usiamo il metro attuale. L’accordo fu siglato a Bologna (un tempo Bononia). Il patto aveva durata quinquennale ma fu prorogato ed ebbe avvallo legislativo (la lex Titia) tra Ottaviano Augusto, Marco Antonio e Lepido.  Ottaviano all’epoca era il più debole dei tre, ma con le legioni che obbedivano a Marco Antonio si fece fronte comune contro l’esercito dei ribelli che si stava aggregando in Oriente e contro la flotta di Sesto Pompeo figlio dell’avversario di Cesare che invece imperversava nel Mediterraneo: Ad Antonio toccò il governo della Gallia Cisalpina a Lepido la Gallia Narbonense e la Spagna mentre ad Ottaviano le isole e l’Africa. Per trovare i fondi necessari all’arruolamento di truppe necessarie per vincere furono redatte le liste di proscrizione, in cui avversari politici e nemici tra senatori e cavalieri furono iscritti per procacciarsi i loro beni. Praticamente caddero sotto i colpi dei sicari oltre 300 senatori (non vi preoccupate non era il previsto taglio dei parlamentari) e oltre 2000 cavalieri. Non potendo armare sicari fu data una ricompensa a chi, diciamo svolgeva il lavoro sporco. 25.000 denari agli uomini liberi, 10.000 agli schiavi con l’aggiunta della cittadinanza. Insomma un bel repulisti da cui non si salvò neppure Cicerone, che aveva sbeffeggiato Marco Antonio e il triumviro non aveva certo dimenticato l’offesa. Quo usque tandem …. (no questa è un'altra storia chi di invettiva ferisce, di invettiva perisce)

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