Terra difficile quella biellese,
spenta l’eco della serie maggiore, con i ragazzini terribili di Danna che hanno
messo sotto i ben più blasonati avversari dell’Emporio Armani – ci si potrebbe
giocare un titolo della serie il Tessile di Qualità è solo a Biella – i giornali
locali sono percorsi da fremiti che non
lasciano ben sperare in visto del prossimo 9 luglio, data fatidica per
iscrivere la squadra in serie A2. E mentre Edinol non si defila ma lascia
intendere che rimarrà alle stesse condizioni. Il palazzetto denominato Lauretana
Forum rischia di perdere il suo main name. Le parole dell’Amministratore
delegato della società biellese lasciano spazio a ben pochi dubbi. Investire a
Biella non ha più senso sembra di leggere tra le righe, e non stiamo parlando
di cifre stratosferiche ma di 117.000 euro, che sono tanti, ma non tantissimi
per un impegno pubblicitario che la società Lauretana non ha lesinato negli
ultimi tempi, vedasi gli internazionali di tennis di Roma. Si tratta di scelte
legittime, ci mancherebbe, ma che però penalizzano il territorio. Angelico
corre il rischio di rimanere sempre più con il cerino in mano. Perso Aloi, a
cui deve andare il ringraziamento per il lavoro svolto negli ultimi anni,
rimane un clima di indeterminatezza in
cui non si percepisce una via di salvezza. Mentre a livello locale si parla di
Banco di Biella con persone di indubbio valore tra cui spicca il maestro
Pistoletto e l’innesto degli Astigiani nella vita bancaria locale ha di fatto
creato un polo fortissimo nel credito, le grosse major, pur non navigando nell’oro,
posseggono di sicuro le leve per dare respiro al progetto. La domanda è cosa
manca ???. La risposta è chiara: il Regista. Non siamo parlando di Win Wenders
ma di qualcuno che faccia da pontiere, che trovi il giusto lavoro di
coordinamento per dare un futuro non solo all’attività sportiva, ma anche a
tutto il resto. Logica vorrebbe che fosse chi governa il territorio, la
politica, non interessa il colore ovviamente, anche se chi scrive, come tutti, è di parte avendo una sua propria convinzione.
L’intervento che si richiederebbe sarebbe proprio quello di riunire i soggetti,
trovare risorse e mettere in contatto. Perché poi i frutti alla fine vanno a
dare beneficio al territorio, invece ci si perde nella logica del se aiutiamo
uno dobbiamo poi farlo anche per gli altri, allora sapete che facciamo: non aiutiamo nessuno. Così forse non si fanno
torti o figliastri ma chi ne perde alla fine siamo un po’ tutti, ah se ci fosse
un regista ……
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