venerdì 3 maggio 2013

La normalità vince


Spesso per vincere si ha bisogno di un icona di un leader che sia in grado, prendendo a piene mani dal suo repertorio precedente, di impostare una filosofia vincente, in politica così come nello sport si da quindi spazio a mostri sacri ma il paradosso o meglio i casi della vita dicono che non sempre questa è la via corretta. Prendiamo il calcio in finale delle coppe vanno squadre come Bayern e Chelsea che il prossimo anno saranno allenate da mostri sacri come Guardiola e Mourinho, mentre quest’anno i peones come Heynckes e Benitez sfatando qualsiasi mito le hanno condotte in finale con buone possibilità di vittoria. Dove sta l’errore ? Forse bisognerebbe puntare di più sulla filosofia e non sulle persone. I due allenatori arrivati fino in fondo sono cultori di un lavoro di squadra, non amano le primedonne e vogliono il gruppo. R Altri, vedi Mou, coltivano il mito della propria persona ai limiti della divinità. Certo in passato hanno compiuto imprese, ma la fortuna delle stesse è stata determinata magari dal altri fattori. In un caso una pulce argentina di 1,67 metri; nell’altra da una generose dote di fortuna a favore di un team che nei quarantacinque anni precedenti aveva raccolto una collezione di figure da far invidia. Ora Bayern e Chelsea vanno in finale con i favori del pronostico e forse potranno vincere l’ambito trofeo. Se ci riusciranno per quelli che verranno dopo si prospetta un anno all’insegna del malumore, far meglio è materialmente impossibile, far peggio non dovrebbe essere così difficile. La stessa cosa si matura anche in tutti gli altri campi dalla pubblica amministrazione alla politica per finire anche al giornalismo. Non sempre è detto che chi ha notevole esperienza e un buon feeling possa essere la persona giusta al posto giusto. Quello che bisogna sempre costruire è un buon progetto e chi lo sa gestire, mettendo i giusti tasselli e anche un buon nocchiero il resto vien da se

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