Spesso per vincere si ha bisogno
di un icona di un leader che sia in grado, prendendo a piene mani dal suo
repertorio precedente, di impostare una filosofia vincente, in politica così
come nello sport si da quindi spazio a mostri sacri ma il paradosso o meglio i
casi della vita dicono che non sempre questa è la via corretta. Prendiamo il
calcio in finale delle coppe vanno squadre come Bayern e Chelsea che il
prossimo anno saranno allenate da mostri sacri come Guardiola e Mourinho,
mentre quest’anno i peones come Heynckes e Benitez sfatando qualsiasi mito le
hanno condotte in finale con buone possibilità di vittoria. Dove sta l’errore ?
Forse bisognerebbe puntare di più sulla filosofia e non sulle persone. I due
allenatori arrivati fino in fondo sono cultori di un lavoro di squadra, non
amano le primedonne e vogliono il gruppo. R Altri, vedi Mou, coltivano il mito
della propria persona ai limiti della divinità. Certo in passato hanno compiuto
imprese, ma la fortuna delle stesse è stata determinata magari dal altri
fattori. In un caso una pulce argentina di 1,67 metri; nell’altra da una
generose dote di fortuna a favore di un team che nei quarantacinque anni
precedenti aveva raccolto una collezione di figure da far invidia. Ora Bayern e
Chelsea vanno in finale con i favori del pronostico e forse potranno vincere l’ambito
trofeo. Se ci riusciranno per quelli che verranno dopo si prospetta un anno all’insegna
del malumore, far meglio è materialmente impossibile, far peggio non dovrebbe
essere così difficile. La stessa cosa si matura anche in tutti gli altri campi
dalla pubblica amministrazione alla politica per finire anche al giornalismo.
Non sempre è detto che chi ha notevole esperienza e un buon feeling possa
essere la persona giusta al posto giusto. Quello che bisogna sempre costruire è
un buon progetto e chi lo sa gestire, mettendo i giusti tasselli e anche un
buon nocchiero il resto vien da se
venerdì 3 maggio 2013
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