il 15 febbraio 1755 un editto istituisce le “galline” Carlo Emanuele III di Savoia emette un’ordinanza che definisce la vita dei pollai o delle contrade agricole?? Niente di tutto ciò si tratta di un editto nummario che riguarda l’emissione di monete piemontesi.
Una delle caratteristiche dei regni è sempre stato quello di coniare e di mettere in circolazione monete in grado di favorire il pagamento dei servizi e di favorire la circolazione di merci. Ogni stato aveva le sue e in alcuni casi si verificarono particolarità, non ne era immune il Piemonte
In quel periodo, a metà del 1700, viene creata la Doppia di Savoia, ovverosia la pezza da ventinove che la fantasia popolare e vernacolare piemontesi ribattezza galin-a. L’incisore aveva riprodotto su una facciata della moneta un’aquila, nelle intenzioni nobile uccello araldico, nella realtà dei fatti il manufatto non era stato fatto benissimo e quei buontemponi dei popolani piemontesi l’avevano trovata più simile a un gallinaccio da li l’epiteto.
La moneta però avrà una discreta fortuna perché rimarrà nelle tasche dei piemontesi per più di un secolo fino all’unità d’Italia (1861). Il pezzo acquisirà inoltre un valore di conio quasi aristocratico al pari delle monete d’oro, valore superiore a quello dello scudo, considerato borghese e della mota, una moneta creata e coniata da Vittorio Amedeo III nel 1794 classificata democratica per via del valore o magari della vicinanza dei francesi impegnati in quel periodo nella Rivoluzione, prima dell’avvento napoleonico. Ma la mota stessa non aveva valore piccolo ne occorreva una per entrare negli spettacoli teatrali dell’epoca, due se volevi un posto riservato in galleria.
Dare nomi alle monete comunque non era un novità anche nel periodo successivo quello napoleonico circolava un soldo che veniva chiamato in modo buffo , sold d’l pento – per via di una corona che aveva una vaga somiglianza con un pettine e il risorgimentale cavourin dal cui titolo si poteva già presumere sia il periodo sia la qualità della moneta. Per fortuna che poi è arrivata la Lira ma questa è un’altra storia
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