venerdì 26 aprile 2013

Vedrò un Governo ?



come semplice iscritto del Partito Democratico mi pongo una domanda, l’empasse istituzionale impone oggi una seria riflessione, quella in cui le contrapposizioni muro contro muro non conducono da nessuna parte diventa quindi necessario andare oltre gli steccati ideologici e le convinzioni personali di partito soprattutto quando in gioco c’è il destino del nostro paese e il nostro futuro.

Non  mi alletta un governo con il PDL e so distinguere tra il nostro programma e il loro ma francamente mi fa ribrezzo continuare a sentir parlare di inciucio quando in palio c’è una naturale dialettica e i temi che ci stanno a cuore. Non sono cresciuto nel mito di Berlusconi da abbattere, nel senso che non lo ritengo il male assoluto dell’Italia ma eventualmente un millantatore, un venditore, che ha venduto un prodotto non buono e mi auguro, citando Renzi che il suo sia un futuro da pensionato fuori dal governo del Paese.

Non stravedo per Brunetta e per Gelmini così come immagino che un elettore del PDL non faccia delle agiografie di Fassina, Orfini e Franceschini. Ma se facciamo contrapposizione sterile dove andiamo ? Il Pd a mio parere ha sbagliato a suo tempo a sostenere Monti, ora non è più tempo di fare i sofisti e gli intellettuali duri e puri ma di guardare oltre.

Manifestare un dissenso è legittimo, ci mancherebbe, ma chiediamoci poi qual è il fine qual è il risultato. Oggi o si va al voto nuovamente, ma con questa legge non si arriva a un governo reale, perché essendo tre gli schieramenti nessuno avrà la reale maggioranza, inoltre mi chiedo se il paese sopporterebbe altri sei/sette mesi di inattività;  oppure si trova un accordo di governo su tre quattro temi condivisi e si procede, cambiando una volta per tutte questa legge e dando segnali concreti all’economia reale del paese. Fare le barricate in questo momento non è salutare per nessuno e spero ardentemente che lo capiscano anche gli eletti e i dirigenti del PD.

Come partito invece dobbiamo fare una seria e profonda riflessione. Una dialettica interna va benissimo possiamo avere migliaia di idee contrastanti poi però ci deve essere una sintesi e una linea che deve essere seguita, l’indegno spettacolo messo in atto per l’elezione del Presidente della Repubblica e i tanti mal di pancia espressi e urlati più per catturare qualche consenso personale che altro non ci porteranno da nessuna parte.

Ad Enrico Letta deve andare il sostegno del nostro partito per il difficile lavoro che sta svolgendo consapevoli che il momento difficile impone scelte difficili ma qui stiamo parlando del destino della nazione e parafrasando il discorso del capo della Stato per il XXV aprile ci vuole coraggio, umiltà ma soprattutto unità


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