come semplice iscritto del
Partito Democratico mi pongo una domanda, l’empasse istituzionale impone oggi
una seria riflessione, quella in cui le contrapposizioni muro contro muro non
conducono da nessuna parte diventa quindi necessario andare oltre gli steccati
ideologici e le convinzioni personali di partito soprattutto quando in gioco
c’è il destino del nostro paese e il nostro futuro.
Non mi alletta un governo con il PDL e so
distinguere tra il nostro programma e il loro ma francamente mi fa ribrezzo
continuare a sentir parlare di inciucio quando in palio c’è una naturale dialettica
e i temi che ci stanno a cuore. Non sono cresciuto nel mito di Berlusconi da
abbattere, nel senso che non lo ritengo il male assoluto dell’Italia ma
eventualmente un millantatore, un venditore, che ha venduto un prodotto non
buono e mi auguro, citando Renzi che il suo sia un futuro da pensionato fuori
dal governo del Paese.
Non stravedo per Brunetta e per
Gelmini così come immagino che un elettore del PDL non faccia delle agiografie
di Fassina, Orfini e Franceschini. Ma se facciamo contrapposizione sterile dove
andiamo ? Il Pd a mio parere ha sbagliato a suo tempo a sostenere Monti, ora
non è più tempo di fare i sofisti e gli intellettuali duri e puri ma di
guardare oltre.
Manifestare un dissenso è
legittimo, ci mancherebbe, ma chiediamoci poi qual è il fine qual è il
risultato. Oggi o si va al voto nuovamente, ma con questa legge non si arriva a
un governo reale, perché essendo tre gli schieramenti nessuno avrà la reale
maggioranza, inoltre mi chiedo se il paese sopporterebbe altri sei/sette mesi
di inattività; oppure si trova un
accordo di governo su tre quattro temi condivisi e si procede, cambiando una
volta per tutte questa legge e dando segnali concreti all’economia reale del
paese. Fare le barricate in questo momento non è salutare per nessuno e spero
ardentemente che lo capiscano anche gli eletti e i dirigenti del PD.
Come partito invece dobbiamo fare
una seria e profonda riflessione. Una dialettica interna va benissimo possiamo
avere migliaia di idee contrastanti poi però ci deve essere una sintesi e una
linea che deve essere seguita, l’indegno spettacolo messo in atto per
l’elezione del Presidente della Repubblica e i tanti mal di pancia espressi e
urlati più per catturare qualche consenso personale che altro non ci porteranno
da nessuna parte.
Ad Enrico Letta deve andare il
sostegno del nostro partito per il difficile lavoro che sta svolgendo
consapevoli che il momento difficile impone scelte difficili ma qui stiamo
parlando del destino della nazione e parafrasando il discorso del capo della Stato
per il XXV aprile ci vuole coraggio, umiltà ma soprattutto unità
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