Partita senza storia, Milano per
allenarsi e per ritrovare fiducia dopo la scoppola di Varese e Biella per
onorare un campionato dopo però aver perso per esigenze di bilancio la sua
punta migliore Kevin Pinkney volato a Trebisonda alla ricerca della gloria. Un
improbabile maglia verde su cui è difficile intravedere i nomi dei giocatori è
l’elemento a sorpresa di Milano. Biella nella consueta casacca bianca.
Cancellieri si affida a un inedito quintetto stante le assenze con Jurak,
Mavunga Rochestie, Raspino e Johnson, mentre Scariolo punta su Radosevic Green
Gentile Fotsis e Langford, Partenza lenta segna subito Radosevic dalla linea
della carità e poi sale in cattadra per Biella con due tiri forzati ma a segno
Johnson che danno il vantaggio, effimero per Biella, ci pensa poi Gentile a
indirizzare la gara con un parziale personale di cinque punti a cui poi si
aggiungono Langford e Radosevic che costringono Cancellieri a chiamare il time
out e a mescolare le carte. Jurak interrompe il digiuno per Biella ma oramai la
partita è ben indirizzata Gentile alterna belle giocate a errori strani ma l’assist
per Radosevic che inchioda una superba azione è da spettacolo puro, Laganà da
un po’ più di brio, entra anche il nuovo acquisto di Milano Biella cerca di
rimanere aggrappata un pigro Fotsis commette fallo su Renzi in entrata ma il lungo
biellese non sfrutta il gioco da tre punti mentre il finale del primo quarto è
un bombardamento dalla lunga a Rochestie risponde Fotsis per il 21 a 12 con
Johnson che spreca l’ultimo possesso. Si riparte con Melli al posto di Fotsis e
una leggerezza di Laganà consente a Mensah di presentarsi al Forum con una
schiacciata da favola. La partita si trascina lentamente anche se Milano a mano
a mano pigia sull’acceleratore e continua a incrementare il proprio vantaggio.
Hairston porta al più 14. Ancora il tiro da lunga la fa da padrone Hairston
prima e Jurak poi bucano la retina. Sul 36 a 18 Cancellieri chiama il time out
ma l’inerzia del match è oramai segnata. Le difese non sono eccessive ma i tiri
non sono mai puliti, la differenza sostanziale la fanno i rimbalzi su cui
Milano è assoluta padrona. Ancora due triple segnano la fine del secondo quarto
Laganà e Gentile chiudono i primi venti minuti sul 46 a 26 Gli ultimi due quarti
si trascinano stancamente e servono più per debutti e per provare schemi che
non per vincere la partita. E così ti trovi Melli come miglior realizzatore e
Pop Mensah a cercare il famoso amalgama con i compagni. Cancellieri trova la
personalità di Laganà, la concretezza di Jurak e la gioia di Amoruso per la sua
tripla in serie A
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