foto virgilio
Tutto procedeva tranquillo con la
nazionale fuori dagli schemi, le partite dei gironi, poi è scoppiata la febbre
lasciati da parte i temi etici si è concentrati sull’arte pedatoria, Giappine
che maramaldeggia con i tedeschi, serbi che escono, spagnoli che cozzano contro
Ceuta (reminiscenze storiche) e poi lui il vate delle telecronache impossibili,
il costruttore di sillogismi impensabili, l’adoratore del re sole, pardon della
pulce al secolo Lele Adani. Una scarna carriera pedatoria persa in provincia
tra Ascoli, Brescia e un paio di stagioni all’Inter, la presenza in nazionale
agli inizi del 2000 e una carriera di aiuto allenatore. Ma è nell’etere che
acquisisce credibilità partecipando a Sportitalia e a trasmissioni di Bobo
Vieri fino a di ventare opinionista sky e ora della tv di stato. La vittoria
contro il tottenham lo scatena e ne certifica la frase “la garra charrua” con
cui definisce l’impresa di Vecino che porta la seconda squadra di Milano a
vincere il match al 92. Qui al mondiale si trascina come tifoso sfegatato dell’albiceleste,
il guaio è che ha creato un personaggio e lo alimenta partita dopo partita in
modo pesante tale da indispettire il pubblico. Ora due le soluzioni o si guarda
la partita modalità mute, oppure la Rai mette un telecronista al pari livello
di Adani tanto da far diventare la telecronaca un reply di quello sudamericano,
in tutti e due i casi ci guadagna l’audience, provare per credere
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