sabato 17 dicembre 2022

Ciao Ma' saluta il Babbo

mi piace pensarvi così ora 
 

Il 17 non mi porta fortuna è anche questa volta devo dire che la legge che mi riguarda tiene fede. Te ne sei andata in una fredda giornata d’inverno al caldo di un reparto che è sinonimo di condanna (hospice) pur con tutte le amorevoli cure della famiglia e del reparto. Un calvario durato dodici anni contro la peste del secolo, prima al seno e poi alla colonna vertebrale. Hai sofferto ne sono sicuro, ma lo hai sempre fatto con dignità, senza pietire nulla, se non attenzione e condivisione. Mi macero al pensiero che avrei potuto fare di più, intervenire prima, ma la sensazione è che contro queste malattie la lotta sia quasi sempre persa. Gioie e ricadute, attese e speranze sfumate, delusioni e tentativi. E allora di fronte al tristo mietitore non rimane altro che il ricordo, fatto di attimi vissuti insieme, di esperienze e di emozioni condivise. Di gioie, se vuoi anche stupide, di una passione sfrenata per i colori rossoneri vissuta a San Siro, di una formazione culturale cresciuta e coltivata grazie anche a te. Eri la collezionista dei miei articoli, delle mie imprese televisive, pronta anche a bacchettarmi se qualcosa non era andata per il verso giusto. E con l’orgoglio della madre che custodiva dvd, scritti e libri. Mi rimane il rammarico di non aver terminato il libro dal titolo purtroppo profetico (tua madre è morta) dedicato al Collegio Dal Pozzo, ma ti ho promesso di portarlo a termine e ottempererò. Dentro di me rimangono i natali mantovani, qualche idioma, l’attaccamento alle origini (carbonara Po, i tortelli ecc) e i tanti racconti che mi hanno fatto amare la parte contadina della mia famiglia. Buon viaggio Ma saluta il Babbo.  

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