Quando la Macedonia ci eliminò dalla fase finale del Mondiale scorsero fiumi di polemiche e parole sui viziati del calcio, è un mantra che ritorna ogniqualvolta si sbaglia una partita, mentre poco più di un anno prima eravamo tutti nelle piazze a inneggiare allo spirito di corpo di una nazione che si ritrova sotto il bandierone. Da it’s coming home a we stay at home fu un attimo. Dopodichè spuntarono i soliti cliché contro il mondo pedatorio, il calcio dei ricchi, gli arabi, il mondiale comprato a dicembre, gli sfruttati e gli oppressi, di godibile vi erano solo cronache di Jack O Malley sul foglio che da buon inglese sbeffeggiava gli stereotipi che sentivamo quotidianamente. Il mondiale è iniziato in sordina e poi, come vaticinava il buon Vujadin Boskov “io penso che per segnare bisogna tirare in porta” succede che il Giappone elimina la Germania e li si scatenano i boomer in ricordo della loro gioventù per Holly e Benjj e il mondiale prende tutta un'altra piega. Potenti contro Parvenu è il nuovo mantra è così tutti a favore nell’ordine di Costa Rica, Senegal e ovviamente Marocco. Ogni partita vissuta nell’attesa di un atto che scavalli la logica pedatoria e così ci troviamo con quattro nazionali alle semifinali in cui abbiamo un qualcosa di italico. Se vincerà il Marocco sarebbe l’apoteosi (ma no maxischermi per cortesia) perché le comunità di origine sono numerose e ci piace stare dalla parte dei poveri (non comunicate però quant’è lo stipendio di Ziyech o di Hackimi potrebbe turbare i sogni della gente comune), se vince l’Argentina in fin dei conti tutti noi abbiamo un parente o un avo che è emigrato nel Mar della Plata, se vince la Croazia in fin dei conti sono simpatici, ideatori della cravatta e hanno stile e poi c’è Modric l’essenza del calcio, se vince la Francia a parte i giocatori che militano nel campionato italiano in fin dei conti sono i cugini, sono multietnici…… beh se è una delle altre forse è meglio. In ogni caso il Mondiale ha svolto il suo compito quello di essere una kermesse sportiva sulla bocca di tutti o no? questo è il classico principio del marketing e come al solito noi ne facciamo parte (pubblicata su newsbiella 11/12/22)
domenica 11 dicembre 2022
Chi vincerà ? un paio di suggestioni ma ovviamente noi
Quando la Macedonia ci eliminò dalla fase finale del Mondiale scorsero fiumi di polemiche e parole sui viziati del calcio, è un mantra che ritorna ogniqualvolta si sbaglia una partita, mentre poco più di un anno prima eravamo tutti nelle piazze a inneggiare allo spirito di corpo di una nazione che si ritrova sotto il bandierone. Da it’s coming home a we stay at home fu un attimo. Dopodichè spuntarono i soliti cliché contro il mondo pedatorio, il calcio dei ricchi, gli arabi, il mondiale comprato a dicembre, gli sfruttati e gli oppressi, di godibile vi erano solo cronache di Jack O Malley sul foglio che da buon inglese sbeffeggiava gli stereotipi che sentivamo quotidianamente. Il mondiale è iniziato in sordina e poi, come vaticinava il buon Vujadin Boskov “io penso che per segnare bisogna tirare in porta” succede che il Giappone elimina la Germania e li si scatenano i boomer in ricordo della loro gioventù per Holly e Benjj e il mondiale prende tutta un'altra piega. Potenti contro Parvenu è il nuovo mantra è così tutti a favore nell’ordine di Costa Rica, Senegal e ovviamente Marocco. Ogni partita vissuta nell’attesa di un atto che scavalli la logica pedatoria e così ci troviamo con quattro nazionali alle semifinali in cui abbiamo un qualcosa di italico. Se vincerà il Marocco sarebbe l’apoteosi (ma no maxischermi per cortesia) perché le comunità di origine sono numerose e ci piace stare dalla parte dei poveri (non comunicate però quant’è lo stipendio di Ziyech o di Hackimi potrebbe turbare i sogni della gente comune), se vince l’Argentina in fin dei conti tutti noi abbiamo un parente o un avo che è emigrato nel Mar della Plata, se vince la Croazia in fin dei conti sono simpatici, ideatori della cravatta e hanno stile e poi c’è Modric l’essenza del calcio, se vince la Francia a parte i giocatori che militano nel campionato italiano in fin dei conti sono i cugini, sono multietnici…… beh se è una delle altre forse è meglio. In ogni caso il Mondiale ha svolto il suo compito quello di essere una kermesse sportiva sulla bocca di tutti o no? questo è il classico principio del marketing e come al solito noi ne facciamo parte (pubblicata su newsbiella 11/12/22)
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