Sabato notte ho dormito male. Il pensiero a Gabriele è stato più forte.
Quante scaramucce tra te e me caro Gabri negli anni nei quali ricoprivi il ruolo di team manager.
Io, a volte impetuosa, avevo fretta che i giocatori arrivassero in conferenza stampa, tu che invitavi alla calma, mi obbligavi a placare la foga che mi assaliva.
Alla fine il nostro battibecco si ridimensionava e si tornava a scherzare e ridere come se nulla fosse. E come dovrebbe sempre capitare tra colleghi che si rispettano e stimano.
Era un rapporto acceso in certi momenti, che poi il tempo aveva intiepidito, forse perché eravamo riusciti a trovare una giusta via per dialogare.
Quando mi dilungavo un po’ troppo con le domande in inglese agli atleti americani, tu, in qualità di interprete, mi esortavi ad essere più stringata, e lo facevi con quell’ironia che ti ha sempre contraddistinto. Perché cattiveria e malvagità non ti sono mai appartenute.
Ma c’è un episodio occorso a Cantù alcuni anni fa che mi resterà impresso per sempre. Il match era terminato e Biella lo aveva perso. Io, di corsa come al solito per il giornale in chiusura, ti avevo chiesto di potere scambiare due battute con alcuni giocatori. Alla fine, facendo la spola tra la sala stampa, e l’uscita degli spogliatoi, non ero riuscita a parlare con nessuno di rilevante e così avevo studiato un piano alternativo.
Ero uscita all’esterno, mi ero avvicinata al pullman della squadra ed avevo accettato l’invito del gentile autista a salire sopra in attesa dei giocatori, con un pizzico di incoscienza da un lato e non valutando la gravità dell’improvvisazione dall’altro. Ad un certo punto eri salito su Gabri, ti eri arrabbiato e mi avevi ordinato subito di scendere. Ed avevo obbedito. Alla fine mi avevi fatto parlare con Jonas Jerekbo. E mi ricorderò sempre la frase che mi dicesti al termine di questo spiacevole episodio: “Ringrazia che non lo dico a Baio (Baiesi a quei tempi era Gm,)”.
L’anno scorso sei stato premiato e sei diventato General manager. In quel ruolo hai ridato entusiasmo e passione ad un ambiente che li aveva persi a causa di alcune disastrose stagioni. E la conquista della Coppa Italia e la qualificazione ai playoff sono state il coronamento di un sogno che nessuno avrebbe potuto immaginare all’inizio della stagione. Tranne te Gabri, esperto di basket, scopritore di talenti, che avevi compreso le grandi potenzialità della squadra.
Ho provato in certi momenti un velo di nostalgia per quelle discussioni di un tempo tra noi che erano venute meno. Ho temuto che fossero diventate un ricordo ingiallito, che fossimo invecchiati ed avessimo perso il nostro smalto. In realtà eravamo semplicemente cresciuti tutti e due.
Adesso però lo stomaco mi si contorce dal dolore all’idea che non potrò più scambiare una battuta con te uomo scaramantico e preciso all’inverosimile, preparato ed attento sempre.
Chissà se da lassù leggerai e per una volta sarai d’accordo con me. Un lottatore vincente eri e resterai per sempre. Ora lo dimostrerai anche in Paradiso, dove hai trasferito la tua attività di scouting. E lassù non avrai problemi di budget, potrai scegliere i giocatori che ti hanno sempre entusiasmato e fare crescere anche nuovi talenti. Ne inventerai delle belle e magari ti imbatterai prima o poi in un’altra polemica come la sottoscritta, in onore dei vecchi tempi…
Ci vedremo sempre al Forum Gabri.
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