San Quirico non è solo il nome
del luogo in cui il sogno del gioco del calcetto ad asti è diventato realtà, ma
anche il nome del quartiere in cui il buon Fazio ha mosso i suoi primi passi,
la classica borgata in cui i virtuosismi del pallone e del controllo dello
stesso diventano, prima divertimento, poi ideologia e infine fede. L’Atlante
non è solo il vecchio e pesante libro di geografia dove poter guardare e
sognare mete ambite e proibite, per Davide anche un luogo preciso, quel di
Grosseto che lo ha visto artefice insieme al resto della squadra della prima di
una lunga serie di vittorie nel campionato di serie B interrotta solo dal
coriaceo gruppo dei Bassotti. In quel lontano, per ora, esordio c’è stato anche
il tempo per una segnatura che ha dato il via a un primo roboante successo
targato astense. Dieci gli anni delle prime partite e la comune origine con Celentano
e Casalone, che militano nella massima serie, fanno di Fazio un umile e veloce
pedatore del calcio a 5. Sbuffa in palestra, segue attento i dettami di coach
Lotta, sempre disponibile e coriaceo, la gusta pedina di rinforzo per una
battaglia che potrebbe portare la squadra a mete ambite. Caputo della Luparense
e Il Gladiatore i modelli a cui si ispira che lo fa assomigliare al burbero Gattuso
del calcio a undici. Ma è la grinta quella che fa da sfondo al mondo del calcio
a cinque di Fazio. Spettacolare e puro divertimento questo sport. L’obiettivo
del nostro pugnace: con una rosa del genere e un gruppo di amici così! Non si
può che vincere il campionato. Questo il suo grido di battaglia, bisogna però
chiedere il permesso a Granata e al Bra e l’8 di febbraio è li che incombe,
crocevia dei destini, come già avvenne in passato, di una Libertas astense che
chiede strada e di un Davide Fazio che sogna in grande come tutta la squadra.
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