La notizia che la Regione
Piemonte non investirà più risorse nella Sace la società che gestisce l’aeroporto
di Cerrione, decretando de facto la fine, se da un lato rassicura le poco
floride casse regionali dall’altro evidenzia, ancora di più, un aspetto estremamente
negativo per il nostro territorio destinato a tornare in quell’isolamento
totale e senza possibilità di contaminazioni, che una volta era anelato e che oggi
invece sa di de profundis.
La notizia unita al definitivo
fallimento dell’iter procedurale per l’autostrada e ai posti di lavoro che
verranno a mancare di qui a poco (Coca Cola in primis) impongono una
riflessione ma anche la proposta di un intervento. Una politica nazionale che
non sa prevedere risorse e riforme, non solo elettorali ma anche economica, e una spesa pubblica e statale poco intaccata
anche in questo periodo di crisi sono elementi
che concorrono a condannare la decadenza di quella che un tempo era un isola
felice ed economicamente vantaggiosa.
Certo si potrà obiettare che
forse lo scalo così com'era serviva a pochi, ma chiudendolo non sarà altro che
l’ennesimo fallimento di un territorio. Se non si investe, se non si creano le
occasioni, allora diventa veramente difficile intravedere un futuro.
L’obiettivo del nostro territorio
deve essere quello di fare fronte comune, di sfruttare tutte le opportunità e
di ottimizzare le risorse strutturali per continuare ad essere legati con il
resto dell’Italia; usiamo i soldi dell’autostrada per finire il collegamento
fino a Ghemme, manteniamo e raddoppiamo i servizi con i treni, sfruttiamo le
occasioni promozionali come il Giro d’Italia (a proposito un plauso a chi lo ha
portato è un occasione unica e cerchiamo di utilizzarla nel modo giusto) e
soprattutto cerchiamo di fare squadra tra tutti, non mi interessano le bandiere
di partito (anche se io sono di centrosinistra) su un successo o un insuccesso
locale io vorrei vedere il biellese prosperare comunque e non abbandonato com’è
adesso
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