La magia del calcio e del futsal
è decisamente brasiliana, la visione di gioco, la capacità di accarezzare la
palla, di metterla esattamente in quel quadratino di porta di campo con una
geometria variabile e precisa è tutta di quel popolo.
Non a caso i migliori pedatori
internazionali sono brasileiri. C’è chi come Ramon dice che il futsal è l’anticamera
del calcio a undici che in palestra si provano gli schemi che poi vengono bene
anche sugli estesi campi da gioco.
Ed è così che è facile vedere in
questo ragazzo la potenza di Ronhaldino, l’incedere di Kakà, la visione del
gioco di Rivaldo, certo l’accostamento farebbe storcere il naso ai puristi del
futsal ma la capacità con cui i maestri brasiliani danno del tu al pallone è
uno spettacolo ed Edu non fa certamente torto a questo assioma. Ricordo la prima partita vista
sugli spalti contro il forte Bra quest’anno e il suo pallonetto calibrato che
da oltre 40 metri va a colpire l’incrocio dei pali. Era talmente bello e
preciso che doveva andare li come un’opera di Giotto.
Per Edu il calcetto è dinamicità
e intelligenza, ascolta musica gospel, ed è ghiotto di lasagne. Un modello di
riferimento Vinicius ma anche Lima. Il Brasile è dentro di lui e se parli di
attaccamento ai colori carioca non puoi non pensare al Corinthias. Sportivo a
tutto tondo con i figli sperimenta sempre nuove pratiche sportive. Un bel ricordo (..) la coppa
Italia conquistata con l’Asti e la finale di due anni fa (..) il più brutto
(..) sempre con l’Asti la semifinale di campionato persa dopo aver dominato il
campionato.
Se gli chiedi il pregio e il
difetto si lamenta di essere a volte troppo duro con i compagni in campo ma con
l’esempio che dà il primo a entrare per l’allenamento e l’ultimo a uscire per
la voglia sempre di sperimentare e di provare nuove giocate.
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