La maglia è quella numero due,
una numerazione bassa a dispetto delle qualità che emergono. E’ giovane, molto
forte, ha la passione che lo anima dentro, ma al tempo stesso compassato e si
schernisce, il suo dribbling per gli esteti del calcio a undici ricorda i
funambolismi del bruno Conti Mundial del 1982, più semplicemente vorrebbe
essere ricordato come Joelson. Contro il
Pisa, a Firenze, l’abbiamo visto caricare a testa bassa l’avversario, attirando
su di se anche due calciatori avversari e in grado di aprire magistralmente il
contropiede astense.
La scuola è quella astigiana dell’Orange e si vede che ha avuto
buoni maestri. L’Under 21 della prima squadra di Asti è stata una buona palestra,
certo l’esordio non dei più facili, una scoppola contro i pari età dell’Aosta,
ma poi i brillanti risultati e la coppa di categoria hanno pagato il duro
lavoro svolto. Come per tutti il passaggio obbligato è dal calcio a undici, ma
ora la passione ha due sostantivi che celebra per sé: entusiasmante e stupendo.
I colori preferiti sono il rosso come la maglia casalinga a strisce, ma quella
per il calcio a undici va direttamente sul Bambino d’oro che ha fatto la
fortuna del Milan, quel Kakà che ricorda in certe movenze soprattutto per l’eleganza
del suo dribbling.
Ha un solo difetto come recita lui stesso (..) sono molto egoista (..) ma per un bomber
non è forse una virtù?
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