Un
baluardo, un muro invalicabile, questo ricorda Fabio Pennisi. Potente e
terrificante, se si deve fare un paragone con il calcio a undici assomiglia da
vicino a Hulk (non fatelo arrabbiare) l’ex del Porto, anche se per lui il
calcio a undici ha un solo nome Peppe Playstation Mascara della squadra del (‘u Liotru) – Catania. A dispetto
della mole, che sicuramente incute timore all’avversario, non disdegna di
sparare terrificanti bordate da lontano che spaventano i portieri avversari, vedere
per credere il terrore puro manifestato dal portiere dell’Isolotto di Firenze
che si è dovuto inchinare alle sue incursioni. Un perfezionista in partita,
come in allenamento, pretende dai compagni attenzione e risultati e li richiama
spesso all’ordine ma è un generoso.
La sua sofferenza all’ultimo match a
guardare dall’esterno la partita, perché indisposto, era da spettacolo pure perché
ci tiene al gruppo
Ha iniziato come tutti nel calcio a undici dove
rivestiva il ruolo di difensore – terzino sinistro alla Maldini dice lui, ma
senza prendersi troppo sul serio, poi il passaggio al calcio a 5 con l’esordio
in Coppa Italia. La gioia più bella la chiamata per la maglia azzurra under 21 –
non a caso il colore preferito. Quella più brutta con il Ciriè la retrocessione
con una squadra tutta italiana ma in un campionato di estrema eccellenza
sportiva.
Per lui lo sport è la Libertas Astense, sangue
siciliano, trasporta il colore della sua terra d’origine per la squadra e ama
le cose semplici e genuine come gli spaghetti con le polpette che prepara sua moglie. La musica ha un solo autore Elvis Preasly e il r'n'roll.
Se proprio dobbiamo trovargli un difetto – a sua
detta – è che è troppo impulsivo e polemico in campo, ma se lo fa per la
squadra come possiamo dargli torto
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