(fonte skysport)
Le elezioni ci hanno accompagnato
per l’ultimo mese, comizi, proposte, proteste, promesse, volte a ricostruire un
rapporto di fiducia tra eletto ed elettore, ma non di soli comizi elettorali si
vive, anche lo sport ha i suoi riti, le sue proposte elettorali in vista di una
campagna che si concluderà con l’insindacabile giudizio del campo. Il Cavaliere,
che ha costruito le sue fortune sul mondo del calcio: storica la sua battuta,
mi sembra, con un capo di governo straniero: “ma lui quante coppe dei campioni
ha vinto “ ultimamente non ne ha azzeccate molte. Investimenti cospicui, poi
immediatamente ritirati, hanno prodotto la miseria negli ultimi sette anni di
qualche successo nazionale e poco più. Le casse pur risparmiando e
capitalizzando sono sempre più desolatamente vuote. La dicitura di vincenti nel
mondo è stata opportunamente ritirata in attesa di eventi migliori, mentre le
truppe spagnole maramaldeggiano in Italia e in Europa come ai tempi di Carlo V (e
non stiamo parlando di Ancelotti che ha messo in carniere la sua quinta
Champions da allenatore e giocatore), la squadra si guarda intorno alla ricerca
di stimoli. Preso Agazzi a cui speriamo non si affianchi Amauri per un
assonanza decisamente inopportuna, va rifondato il tutto. Ma la rifondazione
non si fa solo cambiando nome ai protagonisti, ma con una seria programmazione
che faccia intravedere un percorso. Mentre l’assetto societario sta delineando
una struttura molto legata al Marketing e all’uso del Marchio, complice l’ingresso
di Lady B. La parte tecnica lascia a desiderare. Aver chiamato Clarence è stata
una manovra giusta e corretta contro le secche in cui si dibatteva il progetto
allegri, con le scarne motivazioni dei giocatori, una rosa chilometrica, e un
progetto di squadra decisamente vetusto, l’olandese poliglotta ha dato una
speranza diversa. Le idee innovative che Clarence avrebbe voluto immettere
andavano testate in modo diverso e probabilmente necessitavano di un annata
intera. Il carattere ha fatto il resto: due galli nel pollaio non possono
restare, ma mentre questo gli veniva chiesto sul campo, in esterna è stato poco
apprezzato. Gli episodi delle frittata, della conferenza stampa sono
sintomatici di un rapporto mai decollato. Tutto sembra quindi pronto per Pippo,
due anni alla Primavera, un feeling mai interrotto con i tifosi, l’amuleto dell’area
di rigore, tutti elementi per portare entusiasmo, purtroppo solo con quello non
si vince e se non immetti forze fresche difficile puntare in alto. La riprova
entro il 31 agosto serve un acquisto importante per ruolo (top player come
Dzeko, Arshavin, il portierino dell’Udinese e un centrale di grido) e poi
bisogna sfrondare la rosa cedendo giocatori in sovrannumero. Ci riusciremo ???
La deadline è il 31 agosto
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