lunedì 5 agosto 2013

Stipendi dei manager pubblici: bisogna intervenire subito

Quando fai fatica ad arrivare alla fine del mese, quando hai difficoltà nel reperire risorse, quando i tuoi committenti non ti pagano adducendo le scuse più assurde e perverse e tu sei li che invece a fine mese devi versare i contributi e pagare gli F24 (pardon a metà mese) ti prende un senso di sconforto. Quindi cerchi soluzioni guardando a un futuro che speri roseo, ma il tempo delle favole è purtroppo già passato. Poi ci sono i giorni in cui apri il Mondo (nel senso del settimanale del Corriere della Sera) e vedi uno di quei servizi in cui le tue budella si attorcigliano in modo proporzionale ad un incazzatura che vedi attraverso lo snocciolamento di certe cifre.

Uno dei mali dell’Italia e delle piaghe che continueranno a imperversare sono gli stipendi dei manager di società pubbliche che straguadagnano come nemmeno i più acuti manager privati riescono.  Vedere le cifre riportate dal settimanale fa rabbia. 1 milione di euro per chi gestisce la Cassa Depositi e Prestiti in un momento in cui i comuni hanno estrema difficoltà ti fa rimanere allibiti. Ci sono poi i 550 mila per l’Istituto Poligrafico dello Stato e si usano gli spiccioli per favorire la cultura tra i giovani. Del quasi milione per l’ad delle ferrovie ormai sembra un dato scontato, ma verrebbe da dire che forse un occhio di riguardo in più per i pendolari sarebbe meglio.


L’elenco potrebbe essere infinito perché tutti i vari ad dg degli enti pubblici fino ad arrivare a chi lavora nei ministeri, negli enti pubblici ai comuni andrebbero regolamentati meglio e con tetti legittimi. Si parla tanto di casta dei politici, ma anche questa non è male e sarebbe il caso di intervenire subito. Perché fino a prova contraria deve esserci una dignità per tutti.

Nessun commento:

Posta un commento

Contro la Corrazzata Reggio Emilia si lotta fino alla fine

  Si andava in casa della capolista contro un gruppo che non ha mai perso e ha solo concesso un pareggio nelle partite precedenti. L’abbiam...