Il nostro viaggio all’interno
dell’universo Pallacanestro Biella si arricchisce di altri due tasselli importanti
che danno la dimensione di una struttura sportiva. Chi lavora spesso il dietro
le quinte, la gestione del cosiddetto apparato non è facile, ci vogliono
persone tignose, dure che lavorano sodo, che mettono in pratica i dettami di
quanto programmato. Che non disdegnano magari di sporcarsi le mani con compiti
che spetterebbero ad altri, ma in un gioco di squadra, sul parquet come davanti
a un computer, non esistono ruoli definiti. Il risultato finale è l’unico
giudice supremo, è una storia fatta di scoperte, di novità, ma anche di routine,
che poi spesso routine non è. Il risultato a cui arrivare è la palla a due, il
fischio degli arbitri ma tutto quello che sta dietro a questo è fatto di dure settimane
di lavoro, ci vogliono persone preparate e serie che gestiscano anche i più
semplici dettagli.
E qui entra in gioco Giulia
Marino, ti aspetteresti di tutto ma non una persona che ha studiato e si è
laureata in lettere con una tesi dedicata al mondo aulico dell’Egitto e al
ruolo della donna in quella società. Eppure, e non lo dice solo il sottoscritto
che condivide con Giulia studi classici, coloro che si cimentano negli studi
umanistici diventano risorse insostituibili nella gestione di una società, per
via forse di una forma mentis che ti ha abituato a studiare e a programmare il
lavoro in un certo modo. Poi puoi fare pubbliche relazioni e il pubblicista
come il sottoscritto, e puoi dedicarti con successo anche nel mondo
organizzativo di strutture anche sportive come fa Giulia.
E’ il destino di noi letterati ma
dentro però devi avere il sacro fuoco della passione, e quella di Giulia è sicuramente
il basket: figlia di un cestista della squadra dei Caimani, una formazione in
voga negli anni ottanta a Biella, famosa per essere fallosissima, mi ricordo un
derby alla Marruca con il San Biagio (io immodestamente ero in quella
formazione) tiratissimo e vinto dagli alligatori nostrani, gente fissile ma dotata
di precisione al tiro che ti incuteva timore. Giulia ha proprio l’imprinting
dei Caimani: l’obiettivo sempre in testa, il risultato finale e la passione per
la palla a spicchi costruita e maturata negli uffici di Pallacanestro Biella,
del botteghino, del Palascatola e del Forum la creatura che le è stata affidata
negli ultimi tempi
Ma com’è iniziato il suo rapporto con Biella
Davo un
mano al botteghino e poi nel 2005, appena laureata Marco mi ha dato questa
opportunità, Abbiamo fatto una prova e poi da li siamo andati avanti. Son partita dalla biglietteria e poi la campagna
abbonamenti, affiancavo prima Elena e poi Sonia, poi tutte le attività di
supporto amministrativo e infine il progetto del Forum. Oggi seguo la parte
istituzionale i rapporti con la parte pubblica: Comune di Biella e Regione Piemonte,
campagna abbonamenti, le palestre in giro, insomma non manca il lavoro
Chiedere se è cambiata nel corso
degli anni la Pallacanestro Biella la risposta è schietta e genuina: forse non siamo più stati quella vecchia pallacanestro che
era al Palapaietta ci siamo imborghesiti negli ultimi anni dobbiamo tornare a
girare la polenta con il bastone Negli ultimi anni si è imborghesito anche il pubblico
non si era mai visto fischiare la squadra alla prima giornata Dobbiamo
riscavare nelle nostre fondamenta e trovare il vecchio spirito. Il gioco deve
essere di squadra
I ricordi sono tanti ma: Gara cinque dei playoff a Roma è uno dei momenti più belli
gente che mi chiamava da ogni dove, tifosi impazziti. Ma è bello ricordare
anche il match contro Ferrara per la salvezza nel 2010 la notte prima nessuno
di noi dormì eravamo tesissimi
Un ambiente quello sportivo
particolare dove le richieste sono particolari e a volte bizzarre e devi
trovare una soluzione per tutti. Richieste che ti
sembrano così impossibili che pensi di essere su scherzi a parte come quella
volta nel 2007 che Baio mi disse che arrivava Steven Marbory e io non ci credetti fino che arrivò al
parcheggio con autista e moglie al seguito .
Quando chiedi da dove deve
ripartire Biella la risposta è semplice, molto biellese, dobbiamo tornare a
fare girare la polenta con il bastone, un modo originale per dire che servono
le cose semplici ma fatte con amore e parafrasando il vecchio motto di Federico
Danna tirarsi su le maniche e pedalare e in questo Giulia e il gruppo della
Pallacanestro Biella non hanno avversari se poi arrivasse qualche giocatore
nubiano allora per Giulia sarebbe il massimo
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