giovedì 29 agosto 2013

Allegri: Ciapa no


Metti una sera davanti alla tv a vedere la tua squadra, un match non facile contro una squadra sempre ostica, una partita indirizzata da un tiro potente ma non irresistibile, un centrocampo che non filtra molto, una difesa spesso preda di amnesie, un portiere all’altezza che blocca tutti i pericoli. Alla fine vinci tre a zero e porti a casa una qualificazione all’Europa che conta e, probabilmente, un budget maggiore che ti consente di programmare altre spese e investimenti ma senza esagerare. Una serata forse tranquilla e invece no, il livornese fumantino, indispettito per l’approccio mediatico alla partita, a modo suo, ma sbagliando tempi e uscite, cerca di togliersi qualche sassolino dalle scarpe. 

Quello che emerge è un quadro decisamente nero degli umori che circolano in casa Milan. Allenatore sicuramente discusso dalla società (ma allora perché rinnovargli l’incarico); poco amato dagli spogliatoi e dal gruppo (le cessioni in questi anni ne sono emblematiche: da Pirlo fino ad arrivare ad Ambro) poco feeling con la Curva (punta su Matri ma i tifosi dicono di no). Certo riconoscergli il merito di aver vinto un titolo (ma con la campagna acquisti del 2010 forse sarebbe stato difficile fare il contrario), di aver rottamato la vecchia classe dirigente (da Ronnie a Seedorf, da Nesta ad Ambro passando per Pirlo – l’errore più grande) e di aver condotto la squadra lo scorso anno a un insperato terzo posto. 

Rimane però un giudizio sospeso, perché non ha rivinto il titolo con una squadra oggettivamente più forte della Juve nel 2012, ha una visione del gioco particolare, poco incline alla velocità e soprattutto non legge molto bene le partite, prima di fare un cambio passa troppo tempo. Non è poi un grande comunicatore e la battuta delle dimissioni ieri è venuta decisamente male e ha ingenerato più confusione che altro. Ci aspetta un anno complicato e molto litigioso e forse con il senno di poi diremo che sarebbe stato meglio cambiare prima. Ma perché dobbiamo farlo sempre dopo. 

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