La coscienza che risiede in me non può non sobbalzare dopo la sentenza della corte di Stoccarda che derubrica la strage di Sant’Anna ad azione militare sfuggita di mano, uno schiaffo morale nei confronti non solo delle vittime ma di quell’insensata follia che fu la seconda guerra mondiale scoppiata dalle more di un pazzo e della sua pletora di seguaci. La giustizia dovrebbe essere quella di dare giusto riconoscimento e piena autorevolezza a una verità ormai conclamata. Sant’Anna Marzabotto Boves e tutte le altri stragi perpetrate in Italia, ma anche in tutto il mondo occupato dai nazisti non erano altro che una follia realizzata in nome di un ideale barbaro e inumano. Non riconoscere quella barbarie, nascondere i fatti, appellarsi a un sintetico “è la guerra” vuol dire non aver compreso la gravità di quei comportamenti e di quei fatti che, anche se lontani, devono rimanere a imperitura memoria di un periodo auguriamoci non più percorribile. La sentenza della corte di Stoccarda, il mausoleo di Graziani sono due facce della stessa medaglia, a distanza di anni c’è chi vuole barare con la storia, ripresentare sotto altre vesti episodi e personaggi del passato. Compito della storia è preservare i fatti raccontarli nella loro cruda realtà, e tramandarli proprio nella speranza che nessuno dimentichi, altrimenti tra qualche anno saremmo invasi da agiografie di personaggi discutibili e da riscritture di un passato che è bene che non torni più.
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