Una vecchia regola del mondo di
lavoro e, anche un certo bon ton, impone che quando finisci un rapporto di
lavoro, anche se hai avuto divergenze, lasci con il sorriso sulle labbra ed
eviti accuratamente alla prima occasione di sputare veleno contro la vecchia
società. Certo anche in presenza di divergenze insanabili e se devi commentare
glissi. Immaginarsi un mondo pedatorio privo di veleni è però abbastanza
anacronistico e quindi improbabile, ma la velocità con cui l’areoplanino
nazionale si è avventato con il veleno contro la vecchia società è quantomeno
discutibile, anche perché qui non stiamo parlando di un giocatore poco considerato
che ha fatto panchina, ma chi ha costruito quella che doveva essere una gioiosa
macchina da guerra e invece alla fine si è dimostrata una ciofeca inenarrabile.
Affermare che il Siviglia abbia avuto più cammino europeo del Milan negli
ultimi cinque anni non è solo statistico ma ineluttabile, non consideriamo poi
che uno dei migliori attaccanti che aveva il Siviglia è venuto a San Siro e non
è stato ampiamento valorizzato da Montella al Milan (stiamo parlando di Bacca).
Insomma come recita il vecchio adagio il bel tacer non fu mai scritto. Certo ora
il Siviglia è in Champions e noi miserrimi siamo in Europa contro il
ludogorets, però i conti si fanno alla fine e quindi, come direbbe il vecchio
Mou, se alla fine dell’anno nessuno porta a casa un trofeo saremo tutte e due
senza tituli, metti che invece si vinca la Coppa Italia, ma tranquilli non
succede, allora rideremo noi.
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