Detto fatto e nella notte la pioggia
fine è diventata nevischio e poi neve ghiacciata, la gestione dei turni di
guardia, da cambiare ogni due ore mi ha fatto alzare alle tre, il buio e il
silenzio che si stempera di fronte a noi è squarciato dal rombo di qualche aereo
che sentiamo volare al di sopra delle nostre teste, pronto per andare a bombardare le nostre
retrovie. Sembra, da voci di trincea, che abbiamo bombardato ospedali dov’erano
ricoverati i nostri feriti. Decine le vittime, questa guerra assume sempre più
i contorni della follia. Lo era prima e continua ora.
Mi viene in mente quando con mio padre
Olindo guardavamo le pagine della Domenica del Corriere. Le illustrazioni di
Achille Beltrame erano cariche di promesse e invitavano ad aderire a sogni e
progetti e devo dire che anche noi contadini, sempre restii a credere a
promesse e sogni, leggere e guardare quelle pagine stimolava la fantasia e
quasi ti invitava ad aderire.
Ieri sono arrivati i primi
rimpiazzi, quella che chiamano la classe del 99, giovanissimi, privi di
esperienza e di malizia, ma anche sprovveduti. Io che di anni ne ho solo due
più di loro sembro il loro padre, l’esperienza purtroppo ti fa crescere. Due ne
sono stati freddati dai cecchini, non si fuma di notte, il bagliore della
sigaretta attira il fuoco nemico e mai come in questo periodo i crucchi hanno
voglia del nostro sangue, vogliono concludere la guerra e la vogliono finire al più
presto.
Intanto in lontananza i bagliori
sul Grappa hanno l’effetto di ravvivare l’attesa e di distrarre la truppa. Un altro
giorno conquistato.
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