Ci mancava il redditometro, in
uno stato di polizia, in cui controlli la fanno da padrone i legislatori
pensano come al solito che sia giusto spremere come limoni i propri sudditi. Il
concetto è mancano i soldi per mantenere tutte le varie prebende, il problema
non è quello di uno stato in cui la burocrazia ha raggiunto vette inenarrabili
ma il povero contribuente che paga ma mai abbastanza. E allora questo inutile
papello che non farà altro che innalzare il grado dello scontro tra i vassalli
di stato e il povero contribuente. Il futuro dello stato, se si vuole avere un
futuro, è quello di mettere tutti nelle condizioni di poter vivere
dignitosamente del proprio lavoro e contribuendo in modo onesto alla vita dello
stato un venti per cento sarebbe più che sufficiente e regolare e son certo che
non ci sarebbe evasione se considerata una tassa giusta. Così invece di scovare
nelle maglie dello stato i veri sprechi stipendi da favola e rendite di
posizione e di regolamentare meglio la spesa pubblica, quella che non produce
benefit ma regolarizza solo ed esclusivamente gli apparati. Si cerca nell’attività
produttiva. Un mare di balzelli e di regolamentazioni hanno ucciso la classe
media quella che aveva creato il boom economico degli assi cinquanta e
sessanta. Una tassazione esagerata anche nei confronti di crea ricchezza con
una patrimoniale esagerata corre il rischio di far fuggire anche chi può creare
posti di lavoro e portare un po’ di beneficio. Fino a quando durerà questa
supina sopportazione della gente ?
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