La rivoluzione in campo Angelico
non ha dati i frutti sperati, ma a dire il vero non era questa la serata in cui
poter raccogliere i punti necessari per una salvezza difficile ma alla portata.
L’obiettivo è alla portata a patto però che ci si liberi da un certa sudditanza
psicologica che abbiamo visto in alcuni giocatori questa sera; primo fra tutti
Mavunga, l’ombra di un giocatore incapace di prendersi anche la responsabilità
di tiri facili. Cancellieri dovrà lavorare e molto per dare fiducia a una
squadra scossa nel morale. Encomiabile il pubblico che ha incitato fino alla
fine la squadra chiamandola a rapporto sotto la curva alla fine anche se il
divario tra Sassari e Biella era superiore ai venti punti. Censurabile l’arbitraggio
nei primi due quarti in cui hanno fischiato a senso unico incattivendo anche le
tribune che hanno manifestato il loro disappunto gettando in campo palle di
carta tanto da far muovere a più riprese gli stewart. Ma che tra Biella e
Cicoria non ci sia feeling è risaputo.
Sassari non aveva certo bisogno di questi regali è una signora squadra che
gioca a memoria su un telaio ben registrato dai cugini Diener e che ha in
Thorton, Easly e anche Ignerski le batterie necessarie per abbattere difese ben
più collaudate di quelle di Biella. Pronti e via e Cancellieri manda in campo
il classico quintetto Trey Johnson, Mavunga, Rochestie Jurak e Soragna, mentre
quella vecchia volpe di Romeo Sacchetti risponde con i Diener a cui aggiunge
Thorthon Ignerski e Easly. Partita combattuta nei primi minuti con Sassari
avanti, ma quello che pesa nell’inerzia della partita sono i falli il parziale
è di sei a zero fino all’ultimo minuto. Una doppia valutazione quella del trio
arbitrale che manda in difficoltà la difesa dell’Angelico, che chiude però sotto
solo di sei punti. La sfida alla ripresa del gioco avviene dai 6,75 ogni volta
che Biella riesce a centrare la retina, Laganà, Jurak, ci pensa sempre Diener a
ristabilire la distanza. Il divario si allunga merito di una Dinamo che gioca
veramente a memoria, veloce e reattiva il giusto e che trova sempre gli uomini
smarcati, quando Soragna suona la sveglia e dà la carica con una tripla e con
buoni recuperi comincia lo show degli arbitri. Fischi a casaccio, passi non
fischiati ecc mandano letteralmente in bestia il pubblico che comincia, è il
caso di dirlo, a prendere di mira il trio arbitrale. Per fortuna arriva l’intervallo
che rasserena gli animi, anche se Cicoria si rende protagonista di un
increscioso episodio, espellendo al suo rientro in campo il vecchio Beppe Palazzo
figura storica del palazzetto, un mingherlino settantacinquenne con la passione
del basket rossoblù che si trova a bordo parquet. I due restanti quarti servono
forse a implementare le tabelle personali e a decretare una superiorità
cestistica di Sassari su Biella che non si discute, il Banco Sardegna arriva a
quota 100, ma l’impressione è che alla fine abbiano anche alzato il piede dall’acceleratore,
mentre per Biella è ancora tempo di aggiustare la squadra. Con l’arrivo ormai
ufficiale di Pinkey ora tutto è demandato a Cancellieri che dovrà di fatto
rimpostare una stagione con uomini completamente differenti da quelli che aveva
pensato all’inizio. Il difficile viene ora con lo scontro a Pesaro dal valore
doppio la trasferta è quasi decisiva perdere li
sarebbe delittuoso.
Angelico Biella Banco
di Sardegna Sassari 72 – 100 ( 18 – 24; 43
55; 56 – 79)
Angelico Biella:
Jurak 17; Renzi 4, Soragna 8, Raspino 2; Laganà 9; Rochestie 12; Mavunga 6,
Johnson 7; Amoruso 0; Tsaldaris 7; Slanina n.e. De Vico 0 Allenatore
Cancellieri
Banco di Saregna
Sassari: De Vecchi 2; Thorton 17; Ignerski 19; Diener Travis 22; Sacchetti 3;
Spissu 3; Diener Drake 11; Vanuzzi 4; Di Liegro 7; Easly 12. Allenatore
Sacchetti
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