giovedì 31 gennaio 2013

Calcio e politica, panem et circenses

Il calcio mercato finisce oggi ma le polemiche gli sfottò e anche le querelle quelle non finiranno mai, il 24 febbraio ci sarà il derby e anche le elezioni politiche in Italia, da sempre per me due cose completamente disgiunte. Nasco e muoio tifoso rossonero punto, i Presidenti passano, i giocatori pure ma la passione per i due colori no. Te lo rinfacciano a ogni piè sospinto, salvo poi scoprire che gli juventini sono  figli dei padroni Agnelli e gli interisti del finto sinistrorso Moratti, ricco, questo si che è ecumenico, con i soldi di tutti coloro che fanno il pieno di benzina. Non mi stancherò di ribadirlo sono due cose avulse che possono avere punti di contatti ma sono due elementi diametralmente opposti. La notorietà non è mai sinonimo di elezione e viceversa abbiamo avuto esempi sia in senso positivo che negativo. Io mi concentro sulla squadra Mario Balotelli porterà sicuramente freschezza ed entusiasmo in un ambiente che sta rifiorendo e vivendo un nuovo innamoramento. Pensino i politici di ogni latitudine a ben governare e a non dissipare il patrimonio che ogni elettore affida loro, questo è il vero valore, si interessino ai problemi della gente, a come arrivare a fine mese, a come pagare, tutti naturalmente, le tasse e a guidare un paese per raggiungere l’Europa – ecco in questo caso il paragone calcistico può starci. Battute battutine fanno sorridere creano un diversivo ma non aggiungono molto al dibattito. Nelle squadre di calcio salvo rare eccezioni i protagonisti durano lo spazio di pochi anni in politica invece c’è il rischio che durino in eterno.


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