E’ stata la scommessa di inizio
estate, decine di inquisiti, decine di pertite truccate, notifiche in nazionale
e Criscito ha perso l’Europeo, presunte combine, giudizi di primo grado e di
appello, una rapida giustizia sportiva che fa a pugni con una giustizia
ordinaria molto più lenta. Teste dichiarati attendibili e a cui basta un solo
mi ricordo per inguaiare a volte senza riscontri oggettivi compagni o presunti
tali. Ciclica la reprimenda sui mali del calcio tiene banco con costanza sei
anni fa fu la presunta calciopoli che condannò la squadra più famosa della
serie A alla seconda serie. Adesso come già in passato le presunte combine per
vincere alle scommesse. In un calcio che si fa sponsorizzare da grosse marche
di scommesse di tratta di una sorta di contrappasso. Mentre ci stiamo
avvicinando alla sentenza definitiva della prima tranche abbiamo incontrato l’Avvocato
Davide Gatti, astigiano difensore del portiere del Novara, condannato in primo
e in secondo grado a più di tre anni e che compare di fatto in un
interrogatorio di Gervasoni come presunto partecipante a un incontro a Verona
prima di una partita risultata sotto inchiesta. Insomma nemmeno un riscontro
diretto e tutto ciò basta a condannare un atleta. Siamo sicuri che ci sia
giustizia e non caccia alla streghe. E perché la giustizia sportiva è così
diversa da quella ordinaria?
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