A sei giornate dalla fine, prima di una giornata di meritato riposo, è giusto tracciare un bilancio di quella che è stata la stagione dell’Angelico Biella, una compagine che da tante stagioni allieta la domenica per gli appassionati di basket della città laniera. Unica squadra rimasta immutata nei suoi uomini non piegata prima alle esigenze dell’NBA e poi da quelle della classifica. Società seria quella di Biella che programma con saggezza e con rispetto delle regole economiche e delle opportunità per i giovani. Una pre-season devastante che ha creato un bel gruppo capace di portare a casa quasi tutte le partite. Una partenza fulminante in campionato che l’ha vista in coabitazione anche in testa al campionato dopo poche giornate, e poi il naturale declino fisico e anche psicologico determinato da un roster ridotto e immutato contro squadre milionarie capaci di continui turn over di campioni. Nonostante questo e nonostante le sole tre vittorie del girone di ritorno, la squadra ha lottato e tenute vive le partite fino alla fine, prova ne sia le partite contro le più quotate Treviso e Varese in casa. Se proprio si deve trovare una pecca qualche gestione confusa dei possessi nei momenti topici e un tiro deficitario della lunetta, ma comprensibile con il grande sforzo messo in campo negli ultimi mesi. La critica negli ultimi tempi è stata un po’ ingenerosa con la squadra e la società, ma a dire il vero fin dall’inizio è stato detto a chiare lettere che l’obiettivo di questa stagione doveva essere una salvezza tranquilla. A sei partite dalla fine salvo clamorosi colpi di scena l’obiettivo è stato raggiunto. Una parola per i protagonisti, in primis il coach Cancellieri, il finto burbero teramano ha fatto di necessità virtù e ha creato un gruppo amalgamato dosando, anche per non bruciarli troppo, i giovani, tassello del futuro. Coleman immenso scattante come una molla capace di strappi brucianti e alle volte di vere follie. Miralles e Dragicevic i nuovi acquisti di questa stagione hanno portato esperienza e qualità fondamentali per le vittorie di Biella. Pullen il play americano ha alternato buone prove a battute d’arresto ma avrà l’occasione di rifarsi. Soragna, causa anche gli infortuni del greco Chrysikopoulos, ha fatto gli straordinari: encomiabile. Lombardi Laganà Magarity l’assicurazione per il futuro. Minessi l’uomo faro e il tifoso in panca due punti a Siena, non decisivi ma, nell’anno del probabile addio, il commiato del leone. La dirigenza, sempre presente ha dettato i tempi sia sotto l’aspetto sportivo sia sotto quello dirigenziale. La struttura sempre disponibile sia nei confronti del sesto uomo, il pubblico, che anche degli operatori del settore. Noi giornalisti, senza voto, speriamo di aver fatto un servizio positivo, in fin dei conti spesso e volentieri ci comportiamo più che da tecnici da tifosi ma quando scendi sul parquet ti senti parte di questo progetto. Ecco allora che forse ora più che mai bisogna alzarsi in piedi per questa Biella
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