Avere
una biblioteca ben fornita, anche sul piano militare, è una vera
ricchezza.
L'Istituto
Storico di Varallo, in questo senso, custodisce vere
e proprie chicche,
alcune delle quali dedicate al mondo
romano,
che meritano di essere scoperte e valorizzate. Grazie a queste
letture ho avuto l'opportunità di approfondire testi anche in lingua
inglese (a proposito: gli
storici inglesi sono davvero bravi,
soprattutto per la loro capacità di sintesi e analisi), e di
imbattermi in episodi
poco noti ma ricchi di spunti.
Sono storie che non conoscevo, ma che potrebbero rivelarsi utili
e stimolanti
per i prossimi lavori da scrivere. Da qui nasce il desiderio di
dedicarmi
allo studio di un grande conflitto antico,
una guerra che ha cambiato i destini del Mediterraneo e segnato il
rapporto tra due potenze mondiali dell’epoca: Roma
e Cartagine.
In una parola: le
Guerre Puniche.
Per
affrontare questo tema complesso, è utile anche capire come veniva
concepito il comando militare nel mondo antico. Un testo fondamentale
in questo senso è il Strategikos
di Onasandro,
un filosofo platonico vissuto nel I secolo d.C., che scrisse un
trattato non tanto tecnico quanto etico
e politico,
dedicato al generale ideale. Strategikos
non è un manuale tecnico di guerra, ma un trattato morale
e politico
sul ruolo del generale
ideale.
Onasandro sostiene che il comandante debba essere virtuoso,
giusto, saggio e coraggioso,
non solo abile nelle armi. La moralità
del leader
è centrale: deve essere d’esempio ai soldati, moderato nel
comando, e mai crudele senza motivo.
Importante è la
disciplina,
mantenuta con rispetto e giusta misura, non con paura o violenza
gratuita. Il generale deve curare l’unità
dell’esercito,
evitare invidie e favoritismi, e ascoltare i consiglieri senza
mostrarsi debole. La preghiera
agli dèi
prima della battaglia è essenziale, segno di umiltà e
consapevolezza del proprio limite. Va evitato il combattimento
inutile: meglio vincere
con l’astuzia
che con lo spargimento di sangue. Deve saper mantenere l’ordine
anche in tempo di pace, agendo da custode
dell’equilibrio civile.
Il comportamento in battaglia deve essere leale,
strategico e dignitoso,
anche verso il nemico. In sintesi propone un modello di
comandante-filosofo,
guida morale oltre che militare.
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