Nato in una famiglia senatoria, Corbulone fu uno dei più brillanti e rispettati generali dell’Impero Romano nel I secolo d.C. La sua carriera militare si svolse sotto gli imperatori Tiberio, Claudio e Nerone, attraversando alcune delle fasi più delicate dell’espansione e del mantenimento dei confini orientali dell’Impero. Comandante in Germania Inferiore, impose disciplina e ordine in un momento di grande instabilità (elimino il lusso tra i soldati, introdusse la vita da campo dura anche in tempo di pace, obbligo i legionari a costruire trinceee e a marciare quotidianamente, comminando pene severe per chi trasgrediva). Ma fu in Oriente, nella difficile contesa per l’Armenia contesa con l’Impero dei Parti, che Corbulone dimostrò la sua grandezza: non solo conquistò territori e riportò vittorie, ma lo fece con intelligenza strategica, moderazione e rispetto per il nemico.
Roma celebrava le sue imprese, i soldati lo amavano, ma il suo crescente prestigio divenne una minaccia per chi sedeva sul trono. Nerone, insicuro e ossessionato dai complotti, ordinò il suo suicidio nel 67 d.C. Corbulone, convocato in Grecia, obbedì senza fuggire, senza opporsi. Si trafisse con la spada pronunciando una sola parola: "Axios." Una dichiarazione di consapevolezza e di dignità. Non una resa, ma un atto finale di onore romano, più potente di qualsiasi vendetta.
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