L’estate calcistica si culla su
miti e su frase fatte dei giocatori di pallone, che riempiono le cronache
gossipare dei giornali con dovizia di particolari. E i tifosi narcotizzati
pronti a bearsi della gesta del potente di turno credendo o sorbendosi ogni
singola fregnaccia. Di bandiere nel futsal ne ho viste poche e le conto sulle
dita di una mano, Zanetti per l’Inter, Baresi e Maldini per il Milan, Del Piero
per la Juve. Gli altri sono solo amorazzi estivi che durano lo spazio di una
breve infatuazione. Il migliore è stato Zlatan Ibrahimovic pronto a proferire
la solita frase “io da bambino sognavo questa maglia” e che volete che sia lui sognava
tantissimo, ad occhi aperti sul conto in banca probabilmente. Ora il divino
Ronaldo pronto a giurare amore eterno ai colori bianconeri. Ma essendo del 1985
la sua Juve di riferimento era quella di Agricola ?? Mah, fan di Ravanelli o di
Torricelli. Per carità tutto può essere, io stravedevo per la pantera nera
Luther Blisset. Ma la notizia migliore è stata quella di Leo Bonucci tornato a
casa come un figliol prodigo qualsiasi, pronto a chiedere scusa (ma di cosa) ai
tifosi bianconeri. E’ stato un atto di follia e di rabbia. In campo ti
darebbero dieci giornate o forse anche meno ma nell’etere magari si dimentica
prima. Quanto siamo lontani dai tempi di Gianni Rivera, di Giacinto Facchetti e
di Gianpiero Boniperti
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