Il Calcio è storia: statistiche, partite e uomini e gli
uomini sono coloro che fanno la storia, e che trasmettono tutte le passioni. Sensazioni,
vita, adesione, impegno tutte qualità unite e al seguito degli eventi che hanno
caratterizzato la storia della vita moderna. Opulenza e costume nel mondo
moderno quello in cui il merchandising la fa da padrone, ma anche protagonisti
nella quotidianità e interpreti dei grandi eventi che hanno caratterizzato il
secolo scorso. A cent’anni dalla prima guerra mondiale che cambiò per sempre
gli equilibri del vecchio continente, un’opera quella di Giorgio Acerbis (edizione Urbone
publishing) dedicata ai giovani che, abbandonando le loro brillanti
prospettive future legate al mondo del calcio, sacrificarono, insieme a quelle
di milioni di altri giovani, le loro vite al servizio dei propri paesi. Ne
viene fuori uno spaccato di conoscenze e di informazioni che accomuna i giovani
di tutta Europa presenti nei differenti fronti di cui si compose il teatro di
guerra mondiale. Carriere troncate e bruciate di brillanti footballers che si
immolarono con i propri compagni. Il calcio nei primi anni del XX secolo non
era ancora così diffuso e planetario come oggi, era un divertimento e una professione
che stava spiccando il volo, in Italia era forte nel nord ovest, era il periodo
in cui il Genoa mieteva allori insieme alla Pro Vercelli, un calcio di qualità
e di forza. Giovani come Luigi Ferraris genoano (a cui è intitolato Marassi) o
come il milanista Erminio Brevedan. Ma troviamo anche Robert Whitney del
Chelsea, Pinheiro del Porto (già nella prima guerra mondiale nel 1916 c’era
pure il Portogallo), Peter Johnstone del Celtic, caduto ad Arras o Karl
Braunsteiner del Wiener, morto in prigionia dopo essere stato catturato
nell’assedio della fortezza di Przemysl, oppure il forte russo Nikolai Kynin
immolatosi sui Carpazi nel 1916 durante l’offensiva del generale Brusilov. E
che dire di Bauduin Six 92 reti in 87 presenze iniziata nel KSV Brugges, una
prolificità da far invidia a Cristiano Ronaldo. Un’opera paziente e certosina,
quella di Acerbis, che, grazie all’acume della casa editrice Urbone Publishing,
vede la luce per dare spazio a un patrimonio di informazioni che farà la
fortuna degli appassionati e che può avvicinare allo studio della storia e del
calcio tanti giovani
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