E’ la viglia di una partita che
qualche anno fa mi avrebbe regalato emozioni
e sensazioni , oggi non è più così. Un disamore per i colori rossoneri
non è determinato da sconfitte o dalla lontananza dalla parti nobili della classifica,
può capitare di navigare nelle retrovie e in fin dei conti la vetta manca poi
solo da quattro anni, non un eternità. Quello che manca oggigiorno ai colori
rossoneri è un cuore, la speranza, la grinta nell’affrontare le partite, la
voglia di giocare e quella di contendere fino alla fine la vittoria alla
squadra avversaria. La società è assente, e non è acquistando, credo a casaccio,
un numero improponibile di giocatori che rimetti in sesto una squadra. Il
mercato di riparazione dovrebbe avere delle regole come al fantacalcio, un solo
acquisto per ruolo, forse così si rimetterebbero in sesto bilanci e squadre.
Cambiare una decina di giocatori vuol solo dire che hai sbagliato a fare la
squadra a giugno, e allora, dovresti prendere atto che hai fallito traendone le
conseguenze. L’ultima volta che sbancammo Torino c’ero in curva a godermi il gioco
di una squadra che aveva un filologico e aveva un super Ronaldinho a gestire l’attacco
e dall’altra parte c’era un team che non aveva un gioco. Com’è strano il mondo
ora siamo a parti invertite. Per cui il risultato di domani sarà purtroppo per
i colori rossoneri scontato e pesante. E mentre nella mente scorrono le musiche
di Vecchioni “luci a san siro”, il pensiero corre inevitabile al maggio 2016,
quando alla Scala del Calcio ci sarà la finale della Champions. Sarebbe stato
bello provarci, almeno questo una volta si poteva fare, invece già a settembre sulla dimensione continentale
ci saranno per noi i titoli di coda.
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