foto tratta dal'ultima ribattuta
E così
alla fine Lotito è stato giubilato, perdendo la sua poltrona di consigliere italico
sconfitto da un interim Tavecchio. Il lungo incontro tra istituzioni ha
partorito il cosiddetto topolino, il Presidente padrone dell’aquila Olimpia ai
box senza troppi rimpianti. Ma il velo del tipico qualunquismo italico emerso
dalle telefonate registrate è denso come uno spettacolo di quart’ordine di
periferia suburbana e in questo gioco si inserisce anche l’ex ct della
Nazionale Arrigo Sacchi. Il tronfio messaggio che emerge è quello di una crassa
supponenza tipica di colui che proferisce lei non sa chi sono io. Una squallido
quadretto di un Italia che si pensava superata e che invece emerge sempre a
ogni piè sospinto. Niente non riusciremo mai a liberarcene, quello che però
scoccia alquanto e che personaggi di suddetto calibro si ritrovino nelle cosiddette
stanze del potere pronti a decidere per noi. A volte mi chiedo se esista una
reale giustizia. La paura della risposta incombe nella mia mente e presumo che
non sarà facile liberarsi da personaggi di siffatta specie. L’imprevedibilità
del calcio che consente a una squadra, anche sconosciuta, di farsi beffe di
miliardi e di ingaggi e che aiuta a sognare, messa alla porta sulla base di un
illegittimo vantaggio a priori. Fino a che personaggi di questa pasta
circoleranno nel mondo pedatorio allora penso che il nostro mondo a undici sia
destinato a perire ed è il motivo per cui io scelgo il calcio a 5. Anche se in
questo caso molto dipende anche dai risultati del Milan e dal tristo compare di
Lotito, un certo Galliani.
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