giovedì 26 giugno 2014

La caduta degli Dei

(fonte sportweet)

Personalissimo giudizio sui mondiali di calcio: è pacifico ed è legittimo che tutti, ma proprio tutti, pontifichino sulla nazionale e sul suo excursus calcistico. Il girone eliminatorio ha messo a nudo, più che una nazionale, uno schema e una preparazione assolutamente deficitario che merita qualche attenzione. Detto che il successo ha molti padri, ma la sconfitta è assolutamente orfana, quello che balza agli occhi è perché una federazione che deve organizzare  questo torneo ogni quattro anni non si sia adeguatamente preparata a tutto ciò. Si giocavano due partite alle 18 ora italiana, ossia 13 ora locale, la domanda legittima è perché non è stato speso del tempo ad abituare i giocatori a scendere in campo a quell’ora con allenamenti e partitelle dedicate. Tutti insieme appassionatamente con famiglie a carico, quando non suocere e amici vari il ritiro della Nazionale è diventato un caravanserraglio decisamente più utile a una gita sociale, dove alla fine si vendono pentole, e non l’attestazione di un campionato del mondo in cui devi essere concentrato sull’aspetto sportivo. La comunicazione: con twitter e con i social diventa giocatori contro il resto del mondo, con la pubblicazione di tutto quello che passa nelle teste, purtroppo alle volte vuote, di alcuni giocatori. In tal senso una limitazione e un codice etico di comunicazione non avrebbe guastato. Una dirigenza ormai ai limiti, il fatto che non ti rispettano lo vedi dal sorteggio: il girone dell’Italia non era facile anche se poi di fatto lo ha vinto il Costarica, l’outsider, le designazioni, gli arbitraggi anche se non decisivi non sono stati certo all’altezza. L’incapacità di saper perdere e di ricostruire senza ripartire da capo e soprattutto sacrificando sempre il capo allenatore. Pur non avendo compreso le scelte e le logiche di Prandelli, un cambio del timoniere ogni tre/quattro anni, non sempre è necessario, allora perché cambiare in continuazione. Modello Arsene Wenger all’Arsenal, oppure Ferguson al Manchester. Se vuoi costruire e se vuoi rialzarti devi cadere, invece in Italia se cadi sei destinato a sprofondare seppellito dalla mediocrità di chi ti critica

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