(fonte sportweet)
Personalissimo giudizio sui
mondiali di calcio: è pacifico ed è legittimo che tutti, ma proprio tutti,
pontifichino sulla nazionale e sul suo excursus calcistico. Il girone eliminatorio
ha messo a nudo, più che una nazionale, uno schema e una preparazione
assolutamente deficitario che merita qualche attenzione. Detto che il successo
ha molti padri, ma la sconfitta è assolutamente orfana, quello che balza agli
occhi è perché una federazione che deve organizzare questo torneo ogni quattro anni non si sia
adeguatamente preparata a tutto ciò. Si giocavano due partite alle 18 ora
italiana, ossia 13 ora locale, la domanda legittima è perché non è stato speso
del tempo ad abituare i giocatori a scendere in campo a quell’ora con
allenamenti e partitelle dedicate. Tutti insieme appassionatamente con famiglie
a carico, quando non suocere e amici vari il ritiro della Nazionale è diventato
un caravanserraglio decisamente più utile a una gita sociale, dove alla fine si
vendono pentole, e non l’attestazione di un campionato del mondo in cui devi
essere concentrato sull’aspetto sportivo. La comunicazione: con twitter e con i
social diventa giocatori contro il resto del mondo, con la pubblicazione di
tutto quello che passa nelle teste, purtroppo alle volte vuote, di alcuni
giocatori. In tal senso una limitazione e un codice etico di comunicazione non
avrebbe guastato. Una dirigenza ormai ai limiti, il fatto che non ti rispettano
lo vedi dal sorteggio: il girone dell’Italia non era facile anche se poi di
fatto lo ha vinto il Costarica, l’outsider, le designazioni, gli arbitraggi
anche se non decisivi non sono stati certo all’altezza. L’incapacità di saper
perdere e di ricostruire senza ripartire da capo e soprattutto sacrificando
sempre il capo allenatore. Pur non avendo compreso le scelte e le logiche di Prandelli,
un cambio del timoniere ogni tre/quattro anni, non sempre è necessario, allora perché
cambiare in continuazione. Modello Arsene Wenger all’Arsenal, oppure Ferguson
al Manchester. Se vuoi costruire e se vuoi rialzarti devi cadere, invece in
Italia se cadi sei destinato a sprofondare seppellito dalla mediocrità di chi
ti critica
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