Tempi magri per i tifosi
milanisti, un Natale all’insegna del Carbone, un occhiata nostalgica ai vecchi
tempi che furono e che non sono lontanissimi e una domanda inquietante che
riguarda il futuro prossimo venturo. Il 2014 sarà l’anno della rinascita ??
La diarchia con cui è stata
sistemata la querelle societaria, più che sgombrare il campo dai dubbi li ha
semmai aumentati. Un allenatore che confida nella sua buona stella, ma che di
fatto ha cannato tutte le sfide di vertice – Juve – Inter – Fiorentina –
Napoli. Strappando solo un punto alla Roma. La rosa non ha il campione
celebrato, il Tevez, questo Tevez che fa sfracelli alla Juve avrebbe fatto
comodo molto comodo. Però se guardi la panchina hai un parco attaccanti
discreto, quasi buono. Fatta eccezione per Balotelli, che deve sempre crescere,
il Faraone, Pazzini Robinho e Matri non dovrebbero essere pippe. Un centrocampo
robusto con gente alla De Jong e Muntari non dovrebbe avere soggezione di
squadre di bassa levatura come il Livorno. E allora dove sta l’errore ?
Ve ne sono diversi uno
societario: non si sa in questo momento chi comanda e chi fa cosa, un anarchia
a tratti indisponente. Una confusione tecnica, un coach perennemente in bilico
non aiuta e non dà sicurezza. Una preparazione muscolare fallita: quanti sono
gli infortunati. E poi l’aspetto psicologico manca il motivatore, un sergente
di ferro alla Conte, alla Mourinho in grado di piantare quattro urla nello
spogliatoio e di dare la giusta carica ai ragazzi.
Abbiamo visto gente molle e
svogliata nelle partite che non onora la maglia ma soprattutto senza energia.
Quello che serve al Milan non è un allenatore ma uno che dia la carica.
In un ultimo impeto e sussulto il
nostro Presidente ha chiaramente indicato chi secondo lui dovrebbe essere la
persona giusta, e se in politica ormai prende lucciole per lanterne, sulla
gestione del football è sempre stato lungimirante e preciso. Tutte le
indicazioni portano all’uomo immagine, copertina, con un carisma eccezionale e
una capacità manageriale unica. Uno come Clarence anche senza i grandi colpi di
mercato porterebbe entusiasmo e qualità. Elementi di cui il Milan ha un bisogno
impressionante. Lui sarà il futuro, senza più Allegri e senza più alibi ma
dobbiamo cominciare ora. L’attesa logora anche i tifosi e Clarence sarebbe un
utile toccasana oltre che un buonissimo motivatore
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