venerdì 27 dicembre 2013

Il motivatore


Tempi magri per i tifosi milanisti, un Natale all’insegna del Carbone, un occhiata nostalgica ai vecchi tempi che furono e che non sono lontanissimi e una domanda inquietante che riguarda il futuro prossimo venturo. Il 2014 sarà l’anno della rinascita ??

La diarchia con cui è stata sistemata la querelle societaria, più che sgombrare il campo dai dubbi li ha semmai aumentati. Un allenatore che confida nella sua buona stella, ma che di fatto ha cannato tutte le sfide di vertice – Juve – Inter – Fiorentina – Napoli. Strappando solo un punto alla Roma. La rosa non ha il campione celebrato, il Tevez, questo Tevez che fa sfracelli alla Juve avrebbe fatto comodo molto comodo. Però se guardi la panchina hai un parco attaccanti discreto, quasi buono. Fatta eccezione per Balotelli, che deve sempre crescere, il Faraone, Pazzini Robinho e Matri non dovrebbero essere pippe. Un centrocampo robusto con gente alla De Jong e Muntari non dovrebbe avere soggezione di squadre di bassa levatura come il Livorno. E allora dove sta l’errore ?

Ve ne sono diversi uno societario: non si sa in questo momento chi comanda e chi fa cosa, un anarchia a tratti indisponente. Una confusione tecnica, un coach perennemente in bilico non aiuta e non dà sicurezza. Una preparazione muscolare fallita: quanti sono gli infortunati. E poi l’aspetto psicologico manca il motivatore, un sergente di ferro alla Conte, alla Mourinho in grado di piantare quattro urla nello spogliatoio e di dare la giusta carica ai ragazzi.

Abbiamo visto gente molle e svogliata nelle partite che non onora la maglia ma soprattutto senza energia. Quello che serve al Milan non è un allenatore ma uno che dia la carica.


In un ultimo impeto e sussulto il nostro Presidente ha chiaramente indicato chi secondo lui dovrebbe essere la persona giusta, e se in politica ormai prende lucciole per lanterne, sulla gestione del football è sempre stato lungimirante e preciso. Tutte le indicazioni portano all’uomo immagine, copertina, con un carisma eccezionale e una capacità manageriale unica. Uno come Clarence anche senza i grandi colpi di mercato porterebbe entusiasmo e qualità. Elementi di cui il Milan ha un bisogno impressionante. Lui sarà il futuro, senza più Allegri e senza più alibi ma dobbiamo cominciare ora. L’attesa logora anche i tifosi e Clarence sarebbe un utile toccasana oltre che un buonissimo motivatore 

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