Dopo averci provocato sotto l’aspetto tattico, dopo averci sanzionato con quello sportivo, arbitraggi e gioco sporco, dopo averci punzecchiato quotidianamente da giornali filo juventini – vedi tutto sport- ecco pronti a giocarci contro le ultime cartucce quella dell’ansia pre partita. Sono bastate due buone partite contro squadre profondamente mediocri e in crisi (Fiorentina e Inter) per far suonare le trombe in Via Marconi e nel crocevia tra Venaria e Vinovo. Scudetto si scudetto no, tifiamo il Milan in Europa, oggi tutti catanesi, Io ci credo firmato Marchisio, Caceres l’uruguagio venuto da lontano e chi più ne ha più ne metta. Insomma un bombardamento da far impallidire anche il Colonnello Cannoniere, quando si dice nomen omen, incaricato delle batterie che dovevano far fuoco contro gli austroungarici a Caporetto. Noi veniamo da una settimana che dire faticosissima è dire poco, due incontri con i migliori d’Europa e in mezzo il Cibali in uno scontro che potrebbe avere il dolce gusto dello scudetto se mantenessimo inalterata la differenza di punti. C’è un vento nuovo a livello giornalistico e mediatico che preme per chiudere calciopoli con il ritorno al successo di Madama, quasi che il lavacro di quella parentesi, possa essere placato, solo ed esclusivamente, ripagando i torinesi con un titolo a sigillo di un pax clamantis da tutti invocata. Mi auguro di no e credo che questo titolo, se arriverà, sarà ancora più bello e se vogliamo dirla tutta più allegro del precedente, perché ora più che mai, anche con quelli che possono sembrare i giusti rimbrotti del Presidente, sarebbe un successo firmato dal nostro allenatore. Allegri capace di condurre la barra della sua nave dai pericoli dell’assuefazione della prima fase, a quelli ben più roventi degli innumerevoli infortuni per arrivare comunque a giocarsi tutto in poche partite. Non ho la palla di cristallo, ma seguendo il merito, direi che la nostra squadra e il nostro mister hanno tutti i crismi per perseguire questi trofei, alla faccia dei gufi e di tutte le sirene di Venaria e di Vinovo
sabato 31 marzo 2012
venerdì 30 marzo 2012
Leadership e cultura vincente: Angelico e Ranstad
Angelico Biella e Ranstad binomio vincente
Leadership e cultura vincente questo il brillante incipit di una session lavorativa organizzata da Angelico Pallacanestro Biella con Ranstad, una tra le agenzie di lavoro più qualificate in Italia che hanno fatto del brand risorsa umana un successo aziendale. Nella cornice della sala stampa del Lauretana Forum, sotto la brillante regia del giornalista Sky, Luca Corsolini, si sono alternati al microfono in un workshop dedicato alla comunicazione d'impresa sportiva, business man e uomini di comunicazione.
Per nulla banale e scontato è stato un confronto serrato utile per comprendere le potenzialità dello sport e della gestione sportiva applicata al mondo del business. Una selezionata platea ascoltava divertita e attenta le performance dei relatori. Marco Atripaldi, GM Angelico ha ricostruito il sogno del basket biellese, come solo lui sa fare, con l'emozione e la passione di un attento e scrupoloso uono di comunicazione. La palla è poi passata a Marco Ceresa, ceo di Ranstad Italia che ha impostato il parallelismo tra sport e azienda, prendendo a spunto il mondo dello sport e della competizione per parafrasarlo con quello aziendale. Ma la sorpresa è venuta dal teramano, come ama definirsi, Massimo Cancellieri, che si è districato con inconsueta abilità tra comunicazione verbale e paraverbale, spiegando anche concetti astrusi ai più ma di grande impatto. Il nostro allenatore ha dimostrato ancora una volta di più le sue qualità, che unite a quelle del capitano Soragna hanno fatto percepire alla platea quello che è il miracolo Angelico, dentro e fuori dal campo. Teo ha parlato da vero e proprio leader in campo per lo spogliatoio no: c'è Minessi. La chiusura è toccata a Savio spina dorsale della Pallacanestro Biella, che ha toccato le corde della passione e della partecipazione.
Chi era presente, fosse, giornalista, opinionista o anche imprenditore e business man, ha capito che le storie di successo, per essere tali, hanno bisogno di uomini e di formazione, quelli che possono fornire sia Pallacanestro Biella sia Ranstad
Leadership e cultura vincente questo il brillante incipit di una session lavorativa organizzata da Angelico Pallacanestro Biella con Ranstad, una tra le agenzie di lavoro più qualificate in Italia che hanno fatto del brand risorsa umana un successo aziendale. Nella cornice della sala stampa del Lauretana Forum, sotto la brillante regia del giornalista Sky, Luca Corsolini, si sono alternati al microfono in un workshop dedicato alla comunicazione d'impresa sportiva, business man e uomini di comunicazione.
Per nulla banale e scontato è stato un confronto serrato utile per comprendere le potenzialità dello sport e della gestione sportiva applicata al mondo del business. Una selezionata platea ascoltava divertita e attenta le performance dei relatori. Marco Atripaldi, GM Angelico ha ricostruito il sogno del basket biellese, come solo lui sa fare, con l'emozione e la passione di un attento e scrupoloso uono di comunicazione. La palla è poi passata a Marco Ceresa, ceo di Ranstad Italia che ha impostato il parallelismo tra sport e azienda, prendendo a spunto il mondo dello sport e della competizione per parafrasarlo con quello aziendale. Ma la sorpresa è venuta dal teramano, come ama definirsi, Massimo Cancellieri, che si è districato con inconsueta abilità tra comunicazione verbale e paraverbale, spiegando anche concetti astrusi ai più ma di grande impatto. Il nostro allenatore ha dimostrato ancora una volta di più le sue qualità, che unite a quelle del capitano Soragna hanno fatto percepire alla platea quello che è il miracolo Angelico, dentro e fuori dal campo. Teo ha parlato da vero e proprio leader in campo per lo spogliatoio no: c'è Minessi. La chiusura è toccata a Savio spina dorsale della Pallacanestro Biella, che ha toccato le corde della passione e della partecipazione.
Chi era presente, fosse, giornalista, opinionista o anche imprenditore e business man, ha capito che le storie di successo, per essere tali, hanno bisogno di uomini e di formazione, quelli che possono fornire sia Pallacanestro Biella sia Ranstad
giovedì 29 marzo 2012
Comunque allegri: non siamo messi male (il vero milanista.it)
C’è chi ne dice male, partita soporifera noia estrema, c’è chi prova invidia, ma tanto ve ne rifilano sei al ritorno, c’è chi tira un sospiro di sollievo, importante era non prenderne uno, c’è chi c’era e ha visto e vissuto uno spettacolo nello spettacolo. Comunque vada a finire sarà un impresa si era detto e così è stato. Personalmente non provavo più la tensione di ieri sera dalla semifinali del 2002/2003 sulle spine per tutta la partita in attesa di un dettaglio che potesse trasformarla in un disastro o in a goduria. Certo dovevo sorbirmi la telecronaca di Gasperini e quasi quasi ho cominciato a capire perché stesse sulla balle a Moratti. In ogni caso è stata partita maschia da parte di una squadra tecnicamente più elevata, il barca, e un'altra che ha dovuto fare di necessità virtù. Partita tattica non bella forse dal punto di vista delle conclusioni ma molto combattuta. Forse al nostro presidente, esteta del bel calcio, non sarà piaciuta ma il tifoso più grezzo, categoria alla quale appartengo, ha apprezzato la grinta e la cattiveria degli Antonini dei Bonera e degli Abbiati, e si sa la classe operaia va sempre in paradiso. Irriguardoso il paragone con Mou altra tattica quella della semifinale del 2010 e forse anche altro Barca. Diamo i meriti al nostro allenatore che nelle tre sfide fin qui disputate ha dimostrato di non soccombere contro i marziani azulgrana. Due considerazioni però il rigore poteva fischiarlo, certo però che il tuffo di Sanchez carpiato con allungo della gamba ha destato più diun sospetto ma quello che non mi è piaciuto è l’impunità degli spagnoli. Non proprio lo stesso metro di giudizio mancano un paio di ammonizioni al Barca per falli identici fatti dai nostri e invece sanzionati. E adesso tutto può succedere anche che la squadra migliore al mondo sbagli la partita, per vincere devono segnarne due e uno noi forse lo possiamo fare, se sarà così sarà un impresa altrimenti ne abbiamo già realizzata una ieri sera, avrei voluto vedere altre squadre italiche in campo e forse avremmo raccolto ben altri scalpi. E quindi allegri ragazzi tutto sommato non siamo messi male.
martedì 27 marzo 2012
Lettera aperta al Ministro Fornero da una Partita Iva
Caro Ministro
se il Governo rispetta le Partite Iva mi aspetto dei segnali confortanti, innanzitutto un rispetto per il ruolo che abbiamo, non siamo degli escamotage per evitare contratti o peggio ancora non pagare le tasse, a quelle dobbiamo provvedere, mentre per gli emolumenti spesso dobbiamo aspettare. Questa massificazione secondo cui siamo delle scorciatoie non mi piace, la scelta di lavorare in proprio di entrare in un mondo del lavoro difficile e di lottare per avere il proprio spazio in società, dovrebbe essere visto come risorsa e non come opportunismo. Se poi uno lavora per un committente o forse due, magari per due anni di seguito, deve cominciare a preoccuparsi ? E’ necessario avere per forza un ventaglio di committenti numeroso e differenziato ? Mettere troppi paletti o peggio ancora vessarci toglierà proprio al nostro paese quel tessuto connettivo fatto di migliaia di persone che lavorano anche più di quello che fanno altri, magari con un contratto a tempo indeterminato. Criminalizzare e perseguire sia gli autonomi che altri lavoratori non è utile, sproni i suoi uffici e i suoi colleghi a trovare soluzioni che portino a un contenimento della spesa pubblica, ad azzerare i mega stipendi dei burocrati di Stato, ci si spinga a un ritocco verso il basso delle aliquote contributive, con quote oggettivamente pagabili, senza costringere gli autonomi a doversi indebitare, a volte, per pagare tasse altissime e si faccia una politica seria di aiuto per chi deve inserirsi nel mondo del lavoro e a chi invece deve ricollocarsi. A forza di parlare di furbi e di furbetti, ci si dimentica che le persone serie che lavorano e che hanno a cuore i destini della propria nazione sono molti di più di quelli che evadono, ma purtroppo non fanno mai notizia
Beppe Rasolo – una partita Iva
lunedì 26 marzo 2012
L'arte è necessaria
Nuovo Rinascimento, l'arte contemporanea per progettare, costruire, ristrutturare
http://www.youtube.com/my_videos_edit?ns=1&video_id=wQYmSsE9IpA
http://www.youtube.com/my_videos_edit?ns=1&video_id=wQYmSsE9IpA
Il Buono il Brutto e il Cattivo
Diciamolo ci avevate mica creduto ??. Sinceramente ci speravo ma obiettivamente con una squadra come quella nerazzurra era abbastanza difficile, sperare e prevedere un risultato di parità. Per fortuna il destino è nelle nostre capienti e sapienti mani, quattro punti non sono un bottino esagerato, ma sufficiente per portare a casa il trofeo. Mancano 24 punti da fare in nove partite per essere sicuri, anche se non credo che la Giuve vincerà le ultime nove, ne che noi faremo otto vittorie consecutive, prepariamoci quindi a vivere settimana dopo settimana giornate bollenti con titoli roboanti di Tuttosport e della Gazzetta, con telecronache inusitate di Caressa & C. – a proposito mi confermate che ieri la Juve non ha vinto la finale di Champions vero ?? – in cui un punto in più o in meno metteranno in gioco dettagli, ansie e gioie infinite. Andiamo partita dopo partita, ora c’è il Barca, partita difficile, ma non abbiamo nulla da perdere, in caso di sconfitta, più o meno onorevole potremmo pur sempre dire che avevamo di fronte Messi e soci, mentre altri campioni spinti da italici furori si accomoderanno in salotto a sorseggiare una birra e a gufare su altri infortuni. Per il prossimo anno a proposito chiederei alla società di scritturare il Dottor House – potrebbe risultare utile in questo perenne stillicidio. Due le note internazioni su cui riflettere. Ieri pomposamente l’Inter ha detto che ha vinto la Champions dei giovani ??????? Quanto di più falso ci possa essere, la società di Moratti ha vinto un torneo a cui è stata invitata e a cui saremo invitati anche noi il prossimo anno, ma l’accesso non è dato dal vincere il torneo primavera o la coppa Italia dei giovani – altrimenti anche la Juve, che ha la squadra più forte tra i ragazzi, potrebbe partecipare. Secondo lo Special One ha di nuovo deliziato la platea dei suoi fan, urlando in uno spagnolo riuscito all’arbitro, (..) lo sai chi era tua madre ?? una grandissima ……. (..). Per chi l’avesse perso è proprio il finale de Il Buono il Brutto e il Cattivo il capolavoro di Sergio Leone, quando il brutto si rivolge a Clint Eastwood (il buono) dopo aver subito – secondo lui – un torto. Dato per assodato che Mou è il Brutto chi sono il Buono e il Cattivo a voi cari lettori l’ardua risposta.
domenica 25 marzo 2012
Avellino brucia Biella a fil di sirena 71 - 70
Grande prova di Dragicevic e Infanti. Green canestro decisivo
Marques Green a fil di sirena brucia sullo scatto Miralles e Chessa e appoggia al tabellone il tiro che consegna la partita e i due punti ad un Avellino in crisi di identità e di risultati. Biella non ha sfigurato ed è stata capace, soprattutto nell’ultimo quarto, di essere propositiva e di mettere il naso avanti dopo aver inseguito per tutto il match. C’è sicuramente delusione per il risultato, non per l’impegno e anche per la sfortuna che si accanisce contro i biellesi. Con Biella si scatenato cestisti conosciuti, i Pinton e i Cerella che in passato avevano sfornato prestazioni super li abbiamo rivisti nei panni di Alessandro Infanti, 21 punti a referto con un ¾ da tre e un 23 di valutazione che la dice lunga sull’impatto in partita di questo giovane. Anche Green era segnalato non in ottima forma, ma proprio lui ha punito Biella non solo al suono della sirena ma anche in altri momenti del match. Per contro Dragicevic reduce da un affaticamento muscolare è stata la vera sorpresa di Biella, 18 punti ma anche tanti rimbalzi. Certo la fortuna non è dalla parte di Biella in questo periodo due partite perdute proprio sul filo di lana, contro Treviso sprecando l’ultimo possesso, contro gli irpini non riuscendo a difendere positivamente su un giocatore che è unanimemente considerato immarcabile.
5oo le partite di Avellino in serie A ed è una festa con un Palazzetto pieno e colorato, i tifosi irpini, come al solito molto partecipanti, abbiamo imparato a conoscerli a Torino in occasione delle Final Eight di basket. Vitucci si affida a Lyton Johnson, Gaddefors, Golemac, Green e la novità Infanti; mentre il rientro di Dragicevic porta Cancellieri a schierare il solito quintetto con Coleman, Pullen, Soragna e Miralles. Avellino parte forte tiro da tre di Green molta aggressività che però porta Golemac quasi subito a rischio falli, Dragicevic molto reattivo segna da ogni posizione e Biella veleggia sul più sei 16 a 10 dopo sei minuti. Vitucci mescola un po’ le carte e con pazienza ma soprattutto Infanti e Green con un bel parziale di dieci a zero Avellino va in vantaggio e chiude sul 25 a 21 il primo quarto. Stessa musica anche nei secondi dieci minuti, ma qui le difese diventano serrate e i tiri sbagliati sono parecchi da entrambi i fronti. Biella si nota per le palle perse, ma recupera più rimbalzi, alla fine al riposo lungo si va sul 37 a 33. Le due squadre però hanno i loro uomini più importanti gravati dai falli (Miralles e Jurak con tre per Biella, Golemac quattro e Infanti e Slay con tre per Avellino. Avellino cerca di prendere il largo all’inizio del terzo quarto e più volte va avanti anche di otto punti sul 41 a 33, oppure sul 45 a 37. Un alley up di Johnson porta Avellino sul più nove a due minuti dalla fine 5,3 a 44. Jurak non ci sta e da solo con un cinque a zero rimette in discussione tutto. Si nota e pesa l’assenza di Pullen, anche Coleman non è al meglio. Johnson la fa da padrone sotto canestro. L’ultimo quarto è per uomini forti, Cancellieri stringe le maglie della difesa e l’Angelico costruisce i suoi tiri con più precisione. Il tiro dal perimetro premia le due squadre Slay e Infanti da una parte a cui rispondono Dragicevic e anche Pullen. Si viaggia sul punto a punto con Biella sempre avanti di due o tre ma con Avellino che ha il merito di chiudere. Golemac esce per cinque falli. Ron Slay pareggia a 106 dalla fine poi Jurak mette solo un libero dall’altra parte Infanti fa due su due dalla lunetta. A questo punto mancano 19 secondi Biella, sotto di uno, cerca di andare quasi fino alla fine a 3 secondi dalla sirena Soragna subisce fallo e freddamente mette i due liberi che però non bastano, dopo il time out di Vitucci, Biella viene punita da Green. Alla prossima purtroppo e si spera con miglior fortuna.
Sidigas Avellino - Angelico Biella 71 - 70
( 25 – 21; 37 – 33; 53 – 49 )
Sidigas Avellino: M. Green 12, A. Ronconi n.e., V. Gaddefors 4, M. Ferrara n.e., A. Alborea n.e., V. Spinelli 0, A. Infanti 21, J. Golemac 11, D. Izzo n.e., M. Soloperto 0, R. Slay 7, L. Johnson 16
Angelico Biella: G. Jurak 17, N. Minessi n.e., A. Coleman 9 , T. Soragna 4, J. Pullen 9, M. Laganà 0, A. Miralles 8, E. Lombardi 0, F. Rossi n.e., W. Magarity n.e, M. Chessa 5, T.Dragicevic 18
sabato 24 marzo 2012
Prima di tutto c’è il Biellese
Una volta c’era il giuramento di Pontida: nel Medioevo si giurava fedeltà al proprio territorio, questo episodio storico fu preso a prestito da una forza politica che ha sempre fatto bandiera della propria appartenenza ad esso, adesione che viene sempre prima di ogni altra cosa. Peccato che si predica bene, ma poi si razzola male: più risorse al territorio biellese, ma queste non arrivano tranne pochi spiccioli a Mongrando, mentre il Biellese attende iniziative contro lo stato di crisi. Si grida contro le tasse romane e poi arrivano l’Imu e i passi carrai. Adesso, se vogliamo, l’episodio più banale e inglorioso: a fronte di imminenti elezioni politiche (al più tardi la prossima primavera a scadenza naturale) l’attuale Presidente della Provincia fa trapelare notizie ai giornali secondo cui la sua ricandidatura al Parlamento è sicuramente più importante del destino della Sua Terra, della sua Provincia, del suo Territorio. In questi anni c'è chi ha sperato che, avere un deputato - Presidente potesse, al di là del risparmio di uno stipendio, avere ben altre ripercussioni sullo sviluppo del nostro biellese. I fatti dicono il contrario: un risultato deficitario con un ente che poco ha fatto per lo sviluppo del territorio alle prese con ben altri problemi che non la collocazione del suo presidente di provincia. E ora dopo aver fatto un patto con gli elettori nel 2009, non trent’anni prima, abbandona il campo per cosa? Per un posto alla Camera o al Senato? Per uno stipendio da onorevole? Solo per questo? Ci auguriamo che non sia così, ma è triste pensare a chi abbiamo legato i destini del nostro futuro. Ci piacerebbe pensare a un mondo migliore in cui chi fa politica lo fa sempre e comunque nell’interesse generale qualunque sia il partito di appartenenza.
Giuseppe Rasolo
Stefano La Malfa
Marco Barbierato
Renzo Belossi
venerdì 23 marzo 2012
Quale futuro per il basket ? alcune riflessioni dopo il convegno di Casale
Con questo tema si sono dati appuntamenti lunedì scorso a Casale i vertici della lega sportiva e personaggi del mondo della palla a spicchi piemontese e nazionale, quello che ne è nato è stato un utile confronto per cercare di far uscire dalle secche di sterili discussioni un patrimonio di passione, di tecnica e di sport, che attira un esercito di appassionati non solo in Piemonte ma in tutta Italia. I budget sono ridotti rispetto ad altri sport di squadra – pensiamo al calcio – ma la certezza è che questi patrimoni possano essere sviluppati meglio. Occorre poi una visibilità differente e anche l’impatto con un mondo televisivo alternativo, rispetto al passato è una strada che deve essere perseguita e non abbandonata alla prima difficoltà. Scimmiottare troppo l’America potrebbe avere ripercussioni negative, li il basket ha ben altro appeal e soprattutto adesione (football, baseball e basket sono passioni collettive). Da noi è ancora considerato una passione di pochi. Occorre una strategia differente, in un momento di crisi economica, in cui anche gli enti pubblici versano in cattive acque e non possono permettersi troppi voli pindarici, occorre studiare strategie differenti, più partecipazione e più attività collettive. Maggiore adesione alle giovanili, fra crescere i nuovi talenti avendo la pazienza di aspettarli. Mettere magari regole per cui le squadre non possano cambiare giocatori per tutto l’anno ma solamente in momenti definiti. E poi si maggiore visibilità, e allora fare quello che al momento si sta facendo sul web anche in tv, maggiore discussione. Al di là delle partite poco viene fatto dal locale, invece incontri, iniziative e discussioni potrebbero portare un po’ di sana passione in più. Qualche rubrica di tattica in più, spiegare come si gioca e far vedere le azioni migliori, potrebbe avvicinare più gente, e quindi più pubblico più interesse. E soprattutto regole certe e bilanci in regola. Il basket non è solo Kobe Bryant a livello mediatico ma è Shermadini, Viggiano, Di Bella, Marques Green, Cerella, Hickman insomma nulla da invidiare all’NBA .
giovedì 22 marzo 2012
Basket: Avellino – Biella : chi vince ?
Il campionato di seria A sta delineando il suo futuro e a nove turni dalla fine si comprende che senza grossi stravolgimenti 7 società quelle dai 28 punti in su sono quasi certe di partecipare ai play off mentre in fondo alla classifica con casale sono le altre due società a sedici a lottare per la permanenza nella massima serie, dai 24 fino ai venti si gioca quindi per l’ultimo posto che da l’accesso al Paradiso dei Play off scudetto. Lo scontro di domenica sera ad Avellino rischia così di diventare il crocevia della stagione sia per Biella che per Avellino. Due squadre che si presentavo non nelle migliori condizioni, reduci da sconfitte, generate anche da rooster diventati improvvisamente cortissimi, mentre Biella fa i conti con il Drago Serbo ai box, e ancora non si conosce l’entità dell’infortunio. Avellino alla prese con l’abbandono di Lawers, l’assenza di Dean e ora si vocifera anche di turbolenze con Ron Slay, mentre l’ex Spinelli non è in buone condizioni. L’utilizzo dei giovani diventa a questo punto quasi un obbligo per non costringere i pochi titolari a veri e propri turni massacranti, ne sa qualcosa Jurak in campo domenica scorsa per ben 43 minuti. Pronostico quindi incertissimo ma con la certezza che la vittoria a una o all’altra compagine porti fiducia nell’ambiente e dia molta ma molta adrenalina e poi con quella tutto è possibile. Ne riparleremo comunque domenica sera . Per Lombardi autore di una pregevole schiacciata contro Treviso dopo i rimbrotti di Cicoria (non appenderti) il riconoscimento della Lega Basket che ha giudicato l’azione del baby Angelico la migliore della serie A della scorsa settimana
Max Decimo Nono Meridio: Al mio segnale scatenate l’inferno
Uso l’incipit del film il Gladiatore, in risposta alla stampa di oggi (Veni Vidi Vucinic) perché mai come questo fine settimana la partita contro la Roma rappresenta la cartina tornasole di una stagione che potrebbe diventare rosea per il Milan. Archiviato il primo capitombolo interno della Juve per merito nostro, e pazienza se non si va in finale, la squadra ha dimostrato di essere tonica e pronta ad affrontare i due impegni che segnano il confine tra stagione trionfale e stagione da involuzione. L’ottimismo c’è, in una anno in cui l’infermeria è stata la vera protagonista, troppe assenze per infortuni e troppi infortuni, sarà il caso però di fare una riflessione seria sull’argomento, il team è ancora li pronto a giocarsela sia in campionato che in Champions. Per il tricolore la lotta sarà a due e anche se Vucinic oggettivamente può essere l’arma in più della squadra di Venaria il resto della truppa di Conte ha esaurito un po’ il sacro furore agonistico di inizio campionato. I dieci incontri rimasti devono essere affrontati con cura non potranno essere tutte vittorie, ma se saremo in grado di risparmiare energie nervose allora il tricolore potrebbe essere nostro. Diverso, ma non molto, il discorso Champions arrivati a questo punto abbiamo il dovere di provarci, non farci spaventare da Messi, né dai sette goal rifilati ai tedeschi. La sorpresa potrebbe essere dietro l’angolo e negli ultimi anni nessuno ne hai vinte due di file. Ci sono poi gli aspetti cabalistici, Barcellona costretto a rimanere un giorno in più a Milano per aspetti non legati al mondo del pallone (come due anni fa con l’Inter) l’altra squadra che rifilò sette goal agli avversari in casa fu da noi rispedita al mittente nella notte perfetta di un inizio maggio del 2007. E allora caro Max Decimo Nono Meridio Allegri tu ti arrenderesti, io mi arrenderei e lo capirei ? e allora via con quest’ultima cavalcata e al tuo segnale scatenate l’inferno: il Diavolo è tornato.
mercoledì 21 marzo 2012
Cattivi pensieri ma anche tanto orgoglio
Tanti i pensieri che ti entrano in testa dopo la partita di ieri sera; orgoglio per una partita giocata a viso aperto, grande l’impostazione tattica del nostro condottiero capace di motivare i nostri e di presentare in campo un undici capace. Grande qualità del mister per aver compreso che con Ibra in campo non saremmo riusciti a sfondare. Ottime le performance dei vari Emanuelson Mesbah Maxi ma anche Mexes Antonini Nocerino. Solita irruenza di una squadra scarsa che fa dei nervi la propria unica qualità, Conte su tutti per cercare di arginare una classe calcistica diversa. Gente come Vidal e Pepe non meritano altari e osanna, ma dovrebbero essere cacciati con ignominia ad ogni partita – anche Aquilani per carità. Il sentimento anti milanista che hanno maturato giocatori del calibro di Pirlo e Borriello, coccolati e vezzeggiati per anni, che non meritano più alcun rispetto. La capacità del nostro Presidente di azzeccare i pronostici. Aveva detto che avremmo vinto a Torino e così è stato. D’accordo non abbiamo passato il turno ma questi son dettagli. L’ennesimo furto Del Piero si è aggiustato il pallone con la mano ma a lui queste cose sono concesse così come picchiare impunentemente. La protervia dei cronisti Rai tutti ovviamente di parte. Non raggiungeremo la finale questo è un dato di fatto purtroppo ma c’è anche la voglia e la capacità di giocare subito in campionato sabato e poi mercoledì la musichetta della Champions con il Barca. La juve ??? forse quest’anno non la incontreremo più e sarebbe bello liquidare la pratica nel più breve tempo possibile così che a maggio potremmo anche festeggiare il 19 titulo. Questa sera ho letto molti post e molti tweet in cui interisti e gobbi dicevano che non potremo fare il triplete, oddio quello no è inimitabile è marca nerazzurra io sono orgoglioso dei ragazzi e del modo con cui hanno lottato, preferisco uscire piuttosto che vincere con un colpo di mano o di fortuna ma questo è il dna del Milan, tutto il resto sono solo cattivi pensieri e quelli lasciamoli agli avversari, gli avversari parenti e quelli che hanno trovato la loro dimensione nel prato di venaria e che si permettono di fare buuu al primo tocco di seedorf, vergogna, e di sputare impunentemente sulla maglia di Mexes basterebbero solo questi elementi per squalificare quel campo, ma si sa Agnelli è un altro alla Moratti porta lui il pallone e decide lui le regole.
lunedì 19 marzo 2012
Dragicevic: il drago serbo al servizio di Biella. La sua passione: il tiro da tre.
E stato uno degli acquisti dell'Angelico dell'ultima stagione personaggio che sembra non avere la mimica e la reattività esplosiva di un Coleman, ma la sua presenza in campo si fa sentire eccome, quando non segna la squadra va in difficoltà, abile catturatore di rimbalzi a fronte di un fisico asciutto ma imponente, fa sentire la sua presenza sotto tabellone, anche se ama tirare da tre capacità balistica in grado di risolvere partite complicate. Dopo un discreto avvio ha avuto, come tutta la squadra, un periodo di appannamento, ma negli ultimi match è tornato a diventare pedina fondamentale in grado di dirigere le partite verso la vittoria. Emblematica la sua performance in quel di Treviso contro Venezia. In allenamento segue preciso i dettami di coach Cancellieri, preciso e puntuale nell'esecuzione degli schemi. Con dieci punti di media a partita è uno degli alfieri dell'Angelico Biella. Al termine della rifinitura del giovedì si è concesso ai microfoni di basketinside
Come ti trovi a Biella Tadja ?
Con Biella si è instaurato un buon feeling, mi trovo molto bene con la squadra, è un team giovane stiamo lavorando bene insieme, anche se possiamo migliorare. Abbiamo avuto un calo in alcune partite, ma sicuramente possiamo migliorare, siamo un gruppo giovane che vuole crescere e che lavora per crescere. Sinceramente non so dove potremo arrivare, certo abbiamo delle chance e vogliamo giocarcele fino in fondo, Biella è un bel posto dove giocare a basket, un piccola città deliziosa in cui non senti molto la pressione e tutti lavorano per il successo del gruppo.
Dove può arrivare Biella a fine stagione ?
Quando sono arrivato a inizio stagione l'obiettivo era quello di giocare per la permanenza nella massima serie, ora abbiamo qualche chance in più e quindi se giochiamo come abbiamo fatto contro Venezia potremo sicuramente toglierci qualche soddisfazione. Vinciamo qualche match e se poi arriveranno i play off tanto meglio, ma senza promettere nulla.
Qual è stata la tua partita migliore in questa stagione ?
per me ? Sicuramente la partita contro Milano per mille motivi, per la presenza del pubblico, per l'intensità della partita e anche per il modo con cui siamo stati in grado di ribaltare la partita, una gran bella partita.
Qual'è la posizione in cui preferisci giocare in campo sotto tabellone o tirare dalla lunga distanza?
Non c'è dubbio anche se devo andare a rimbalzo e catturare palloni preferisco di gran lunga il tiro dalla lunga distanza, è una sorta di sfida tra me e il canestro, mi piace tirare (ride ndr)
Il tuo soprannome preferito ?
Mi piace molto dragon - drago lo stesso che mi avevano dato a Roma e devo dire che mi piace quando i tifosi mi chiamano così, mi fa sentire molto bene, utile per la squadra e mi carica molto
Conosciamo meglio Tadija ? Gusti in cucina ?
Per quanto riguarda il cibo mi piace la cucina italiana: amatriciana e carbonara retaggio della mia esperienza romana, non conosco ancora bene il cibo locale ma imparerò, amo qualsiasi tipo di pasta e di pizza allo stesso modo in cui ero abituato quando ero a casa in Serbia, ma in Italia ovviamente è un altra storia. Mi piacciano i vini bianchi, ma devo dire che la spremuta di arancia è la bevanda preferita (ne vorrei una doppia) .
Un altra grande passione è il calcio vero come da scheda di lega basket ?
No assolutamente no, niente calcio, mi piace pescare, mi piace sciare anche se per ovvi motivi non posso farlo perché è uno sport rischioso per le articolazioni e quindi non posso compromettere la mia stagione, ma prima dei 18 andavo spesso a sciare. C'è un po' di nostalgia.
Altri hobbies ?
sono un grande amante del cinema mi piacciano molto sia i thriller, che i film romantici, quelli d'azione, sono un grande consumatore di film, quando posso vado al cinema anche tre volte alla settimana. Invece per la musica mi piace da impazzire la musica elettronica Daft Punk e Doctor Dee Jay, quando giocavo in Germania a Berlino era un pacchia, sarebbe bello averne qualche pezzo nella track list quando giochi al palazzetto.
Il Drago ride con quest'ultima affermazione e lo immaginiamo mentre tira da 6,75 sulle note di Automatic Sex di Doctor Dee Jay, un immagine forse che contrasta con quel suo sguardo serioso ma sentiamo dentro la sua passione, per il basket, per Biella e per i suoi tifosi. Forza Tadija noi siamo li a tirare con te.
Beppe Rasolo
mercoledì 14 marzo 2012
La palla non è mai rotonda
Calcio fa sempre rima con spettacolo, visto l’arrivo di Michel Telò a Milanello e sinceramente è l’unica volta nell’ultimo periodo in cui si è visto Pato sorridere e danzare, detto delle 19 rose arancioni inviate a Vera Spadini, dopo l’incipit svedese, che c…o guardi, ti accorgi come sempre che sono i dettagli dello spettacolo ad animare lo sport più praticato al mondo, dove lo spazio per il gioco, come sempre, è lasciato ai minimi termini e dove il chiacchiericcio e le piccole quotidianità la fanno da padrone. Persino il titolo di Tuttosport di sabato scorso diventa un elemento di gioco (Ibra alla Juve – si certo, martedì quando c’è la semifinale di ritorno della Coppa Italia) e le chiacchiere tra tifosi, sul web, nelle estenuanti trasmissioni dove improbabili opinionisti, persino il sottoscritto ahimè, si sottopongono e sottopongono a i telespettatori a visioni oniriche, a finte litigate e a siparietti da avanspettacolo da anni trenta. Il problema è che queste cose piacciono e quindi web, tv private, fanzine di tifosi ma anche giornali che dovrebbero avere uno stile più di pensiero e meno cronachistico si piegano a questo gioco. A parole diciamo tutti che siamo contro questa eccessiva spettacolarizzazione e poi corriamo a leggere di gusto e a partecipare a questo teatro. Ma forse il calcio è bello anche per questo l’italiano medio, a cui appartengo, è prima di tutto un filosofo di strada consapevole, solo lui di avere tutte le risposte, ed è anche per questo che la palla non è mai rotonda.
domenica 11 marzo 2012
Biella vince e convince con Venezia
Biella vince e convince a Venezia 83 a 75
Angelico sugli scudi porta a casa una vittoria inaspettata e perciò molto gradita ai giocatori alla dirigenza e ai tifosi che così permette di guardare con serenità al proseguo della stagione, oramai alla fatidica quota 24 punti manca veramente pochissimo e chissà che non possa la società laniera togliersi qualche sfizio da qui alla fine del campionato. Il successo esterno a Biella mancava da mesi e l’ultimo fu colto proprio in terra veneta destino strano quello che porta fortuna a Biella. Biella ha il merito di non lasciarsi mai staccare, di rimanere incollata a Venezia e di sferrare il break decisivo all’inizio dell’ultimo quarto 16 a 3 che uccide di fatto la partita e consegna a cancellieri un insperato successo.
Biella vince il confronto a rimbalzo sui tiri da tre, con una percentuale da favola, Venezia sostanzialmente non capisce più nulla e sbaglia tiri a ripetizione e nel momento decisivo perde Slay uscito per cinque falli ma veniamo alla partita Cancellieri schiera il solito quintetto: Miralles, Coleman, Pullen Dragicevic e Soragna, mentre Andrea Mazzon si affida a Clarck, Slay Szewczyk, Young e Bryan primo quarto sostanzialmente equilibrato si chiude sul 22 a 21 per Venezia con i lagunari che cercano di scappare ma con Biella che ricuce punto su punto, nel secondo quarto gli uomini di Mazzon cercano di involarsi sul più cinque ma Pullen pazientemente ricuce con i tiri da tre. Alla sirena lunga la partita è ancora in parità con Biella più reattiva da tre e più precisa ai liberi. Slay cerca di portare avanti i suoi nel terzo con tiri precisi sia dall’area che dal perimetro, Jurak subisce un tecnico che porta Venezia al più sei sarà l’ultimo vantaggio consistente, ancora Pullen e poi Chessa da tre ricuciono lo strappo e poi Miralles di schiacciata porta avanti Biella all’ultimo intervallo. Gli ultimi dieci minuti sono esaltanti per i Cancellieri boys parziale stratosferico di 16 a 3 che porta Biella sul 59 a 72 Mazzon chiama time out, ma i suoi non riescono più a centrare il canestro decine i tentativi sbagliati sul 65 a 80 la partita è sostanzialmente finita. Gli ultimi minuti servono per riempire i tabellini con la Reyer che cerca di limitare i danni ma Biella vince meritatamente 75 a 83 ribaltando anche la sconfitta subita al Forum. Due punti d’oro per la corsa salvezza e forse, con questo spirito, anche qualcosa di più serve la riprova subito in casa contro Treviso. Ma prima godiamoci l’All star game di Pesaro.
Reyer Venezia – Angelico Pallacanestro Biella 75 - 83
(22 – 21 ; 42 – 40; 55 – 56; 75 – 83)
Reyer Venezia: K. Clark 16, M. Allegretti 0, A. Causin n.e., G. Tommassini n.e., T Slay, S. Szewczyk 4, G. Meini 0, A Young 13, T. Bowers 14, G. Rosselli 4, D. Magro 0, S. Bryan 6
Pallacanestro Angelico Biella: G. Jurak 7, N. Minessi n.e., A. Coleman 11, T. Soragna 6, J. Pullen 25, M. Laganà 0, A. Miralles 15, E. Lombardi 0, W. Magarity n.e., M- Chessa 4, T. Dragicevic 15, N. De Vico n.e.
La linea verde dell'Angelico Biella: intervista in esclusiva a William Magarity
Biella è una società sana, ben integrata sul territorio, capace ogni anno di ricostruire un miracolo sportivo che regge da ben undici stagioni e anche per quella in corso il miracolo si è ripetuto e dopo due stagioni col fiatone la salvezza è stata raggiunta. Scaramanzia a parte la società ha fatto dei bilanci sani e del palcoscenico per nuovi giocatori una propria filosofia che l’ha portata a navigare in tranquillità nel marketing sportivo di blasonate società che hanno pedigree sportivi di eccellenza ma nulla da invidiare alla programmazione della squadra di Biella. Gli stranieri, che sono passati dal Palapaietta prima e dal Forum poi, sono stati abili trascinatori dell’entusiasmo per la palla a spicchi e anche chi non ha brillato, per più motivi, ha sempre portato dentro di sé il ricordo, dolce e un po’ romantico, di una realtà di provincia esemplare. Stesso discorso dicasi anche per i giovani allevati e allenati alle pendici del Mucrone che ne hanno fatto una delle compagini meglio allenate e temute tra i pari età. Quest’anno oltre ai magnifici sette perennemente in campo la linea verde è sempre stata di supporto alla prima squadra e gente come Lombardi – Lagana è sempre entrata in campo a dare minuti preziosi alle prime linee, sono loro il tesoro della Pallacanestro Angelico il futuro brillante della nostra società che crescono all’ombra dei grandi campioni e li vedi anche durante l’allenamento, quando ubbidiscono coscienziosi alle direttive di Cancellieri e Danna impegnandosi per meritarsi qualche secondo nella massima serie. Uno di questi è William Magarity classe 1993 lo abbiamo incontrato per i lettori di basketinside perché in fin dei conti lui è uno di noi quelli che hanno il basket dentro
Come hai scoperto la tua passione per il basket?
Quando ero giovane ho provato tanti sport, ma ho sempre trovato il basket il più divertente. Vengo da una famiglia di grandi sportivi e tutti i miei famigliari hanno giocato a basket ad alto livello, negli Stati Uniti o in Europa. Inoltre, molti membri della famiglia sono allenatori di squadre di basket.
Come stai vivendo la sua esperienza a Biella, ti piace vivere in Italia?
Le due stagioni che sto vivendo in Italia mi hanno dato una straordinaria opportunità di vivere in un paese straniero, di sperimentare una cultura differente e conoscere tante belle persone. Sono molto felice di essere in Italia e di vivere a Biella. Qui ho la possibilità di fare nuove amicizie, molto di più che se fossi in una grande città.
Cosa ne pensi della squadra Under 19 di quest’anno?
Abbiamo una grande occasione di vincere il campionato Italiano a maggio, soprattutto se restiamo in buona salute e riusciamo a giocare al nostro pieno potenziale. Abbiamo una squadra molto buona con giocatori di grande talento. E’ certamente uno dei miei obiettivi vincere il Campionato Under 19.
Da quest’anno sei aggregato alla prima squadra, qual è al momento il tuo sogno?
Un obiettivo molto realistico per l'Angelico è quello di qualificarsi per i playoff in questa stagione. Abbiamo molti giocatori giovani che stanno lavorando sodo per raggiungere questo obiettivo.
Qual è il tuo obiettivo per la prossima stagione e per il futuro?
Il mio obiettivo è quello innanzitutto di essere un giocatore importante per l’Angelico Biella, e diventare così un top player in Serie A. Per fare questo devo lavorare sodo e migliorare costantemente. Non vedo l'ora di affrontare questa sfida che ho davanti a me!
Chi è il tuo giocatore preferito?
Ci sono molti grande giocatori in Europa e nella NBA. Il mio preferito è Kevin Durant, un giocatore alto che può giocare in qualsiasi posizione in campo. Mi piace ammirare la sua versatilità. Un altro giocatore che ha giocato per l'Angelico alcuni anni fa, a cui mi ispiro, è Jonas Jerebko. Un esempio per me!
Come hai scoperto la tua passione per il basket?
Quando ero giovane ho provato tanti sport, ma ho sempre trovato il basket il più divertente. Vengo da una famiglia di grandi sportivi e tutti i miei famigliari hanno giocato a basket ad alto livello, negli Stati Uniti o in Europa. Inoltre, molti membri della famiglia sono allenatori di squadre di basket.
Come stai vivendo la sua esperienza a Biella, ti piace vivere in Italia?
Le due stagioni che sto vivendo in Italia mi hanno dato una straordinaria opportunità di vivere in un paese straniero, di sperimentare una cultura differente e conoscere tante belle persone. Sono molto felice di essere in Italia e di vivere a Biella. Qui ho la possibilità di fare nuove amicizie, molto di più che se fossi in una grande città.
Cosa ne pensi della squadra Under 19 di quest’anno?
Abbiamo una grande occasione di vincere il campionato Italiano a maggio, soprattutto se restiamo in buona salute e riusciamo a giocare al nostro pieno potenziale. Abbiamo una squadra molto buona con giocatori di grande talento. E’ certamente uno dei miei obiettivi vincere il Campionato Under 19.
Da quest’anno sei aggregato alla prima squadra, qual è al momento il tuo sogno?
Un obiettivo molto realistico per l'Angelico è quello di qualificarsi per i playoff in questa stagione. Abbiamo molti giocatori giovani che stanno lavorando sodo per raggiungere questo obiettivo.
Qual è il tuo obiettivo per la prossima stagione e per il futuro?
Il mio obiettivo è quello innanzitutto di essere un giocatore importante per l’Angelico Biella, e diventare così un top player in Serie A. Per fare questo devo lavorare sodo e migliorare costantemente. Non vedo l'ora di affrontare questa sfida che ho davanti a me!
Chi è il tuo giocatore preferito?
Ci sono molti grande giocatori in Europa e nella NBA. Il mio preferito è Kevin Durant, un giocatore alto che può giocare in qualsiasi posizione in campo. Mi piace ammirare la sua versatilità. Un altro giocatore che ha giocato per l'Angelico alcuni anni fa, a cui mi ispiro, è Jonas Jerebko. Un esempio per me!
mercoledì 7 marzo 2012
Wenger Rhapsody
Mama mia mama mia !!!! mama mia let me go cantava Freddy Mercury nel primo successo intergalattico dei Queen e ieri sera questa era la colonna sonora dell’Emirates stadium, rivisti i funerei gufi della notte di La Coruna e quelli di istanbul, si può perdere e ogni tanto succede, ma non una partita e uno scontro già vinto. Invece il passaggio abbiamo dovuto sudarcelo due volte, una nella stupenda notte di San Siro e la seconda ieri sera dal 45 al 93. Avevo scelto di non vederla tanto davo per scontato il risultato, probabilmente questo il pensiero anche della squadra scesa a Londra con il fuso orario impostato su Milano e non certo sull’erede dell’Highbury. Una sofferenza saltabeccare tra un canale e l’altro degli sportivi con un orecchio sul cronista della rai Repice e sulle facce per niente rassicuranti di Ruiu e Crudeli. In pochi giorni dal Pallone d’Oro a quello di bronzo di Ibra, Thiago imbrocchito. Nocerino senza grinta. Molto semplicemente calo di tensione, e in Europa non puoi averne perché non ti trovi sempre davanti al Lecce, spero salutare lezione per un gruppo che rimane forte ma che non deve specchiarsi. Niente drammi ci sta a perdere a Londra ma almeno questa volta la perfida Albione è stata ributtata a mare. E visto che adoro cullarmi nei meandri della storia vorrei che la partita di ieri venga considerata alla stregua della semifinale di Champions del 1969 contro un’altra grande targata UK, annichiliti all’andata 2 a 0 e difesa nel fortino inglese con le grandi parate del Ragno Nero Cudicini. Abbiati come degno erede. Madrid come Monaco, questo è ancora presto per dirlo ma quando scampi un pericolo, come quello di ieri, tutto è possibile e sognare è lecito ricordando che domenica il nostro Arsenal è il Lecce, guai a sottovalutare le forche caudine dell’Ofanto
lunedì 5 marzo 2012
Apologia del punciun
C’era un tempo in cui quando giocavi, nei prati di periferia, solo i virtuosi della palla, quelli che dribblavano anche tutte le zolle di terra e non contenti ti irridevano in continuazione non facendoti vedere la sfera, di solito un tango, tu ribollivi di rabbia. Nel culmine della frustrazione atletica, se riuscivi, colpivi la palla con violenza, di punta e il pallone il più delle volte aveva una forza incontrastata andava lontano, forse cento metri dalla porta. Quando la direzione era corretta invece ti guardavano con commiserazione, come per dire il calcio non è il tuo sport. A distanza di anni a vedere certi tiri, siano questi di ibra o di Messi ti chiedi, dove ho sbagliato. Forse a interrompere io la mia carriera pedatoria, sono un genio incompreso. La risposta non è certo positiva, ma rimane il dubbio che queste imprese rappresentino una sorta di rivalsa metafisica di te che hai subito delle onte incredibili sui campi da gioco. Importante come sempre è gettare il pallone in rete, tutte le parti del corpo servono e non è questione di estetica, anzi, alcune giocate con le parti meno nobili o senza virtuosismi estremi diventano pezzi di bravura come quelli esercitati dal nostro condottiero svedese e poi vuoi mettere la gioia del goal. Quasi quasi vado a ripescare i vecchi compagni di gioco e restituisco con gli interessi gli sfottò dandogli degli incompetenti. Ero un genio dell’arte pedatoria
domenica 4 marzo 2012
Biella battuta dalla Sutor. Non basta Pullen
Biella rimane sul campo solo per quindici minuti dopodiché lascia il palcoscenico a Montegranaro capace di leggere meglio i giochi del match di non perdere mai la bussola e con una difesa asfissiante a mettere in croce i biellesi incapace di trovare tiri facili. La Sutor ha vinto a rimbalzo, negli assist, il doppio di Biella, e nel tiro dal perimetro. Biella ha perso 22 palloni e il solo Pullen con 23 punti ha tenuto a galla l’Angelico, è mancato l’apporto della panchina (Jurak e Chessa) e anche i giovani non hanno messo quella benzina necessaria per far svoltare la partita. Forse la vittoria con Cremona aveva generato aspettative che non corrispondevano alla reale forza della squadra e quando Montegranaro ha alzato il livello dello scontro. Biella si è liquefatta perdendo l’inerzia della partita nel momento decisivo, il secondo e il terzo quarto. I soli sei punti messi a referto nel terzo quarto la dicono lunga sull’incapacità di Biella di stare nel match. Cancellieri deluso non processa la squadra prova troppo brutta per essere vera. Mentre Marco Atripaldi punta l’indice contro quelle testate che avevano generato troppe aspettative parlando già di Play Off. Plaude invece al pubblico che ha capito il momento e che ha sostenuto la squadra dal primo all’ultimo minuto. Un soddisfatto Fabio di Bella, ex della partita, contento per il risultato che da speranza all’asfittica classifica di Montegranaro venuta con il giusto spirito a Biella per portare a casa i due punti. Montegranaro è stata più squadra di Biella prova ne sia il fatto che ha mandato in doppia cifra cinque uomini. Anche May Sean ha avuto un buon impatto, fisico all’Adriano calcistico dell’ultimo periodo, un po’ sovrappeso, è stato capace di catturare rimbalzi offensivi e di segnare dodici punti fondamentali nei momenti decisivi.
Ma veniamo alla partita, solito quintetto base in partenza per coach Cancellieri con Miralles, Coleman, Dragicevic, Soragna e Pullen, mentre Giorgio Valli risponde con Di Bella, May, Karl, Zoroski e Ivanov, l’avvio è in sordina per Montegranaro , mentre un ispirato Coleman suona la carica. Biella va in vantaggio sul 16 a 7 senza strafare, il gioco passa da Pullen, Miralles e Coleman, i tre alfieri in grado di perforare la difesa della Sutor. Valli capisce che deve fare qualcosa, chiama time out e la partita si riapre grazie a McNeal e a Mazzola. Alla fine del primo quarto Biella è avanti di un solo punto. Montegranaro diventa più incisiva alla ripresa del gioco, Biella non trova più il canestro. La partita diventa spigolosa dopo 5 minuti le squadre hanno già esaurito il bonus, Biella subisce il break decisivo grazie ai canestri di Karl, Ivanov e Zoroski che mettono dieci punti di vantaggio per la Sutor, qualche magia di Coleman cerca di attenuare lo svantaggio che rimane tale. I tiro a fil di sirena di Pullen si spegne sul ferro e si capisce che la ripresa non sarà facile.
Il terzo quarto inizia bene per Biella Pullen dalla lunetta poi Miralles e Coleman portano Biella sul meno cinque 37 a 42 quando mancano 7 49 alla fine del terzo quarto, poi per Biella cala il buio non segna più commette falli inutili in attacco, non è aiutata dagli arbitri che fischiano anche un antisportivo a Pullen, Biella non vede più il canestro, perde palloni in continuazione, Cancellieri chiama time out cambia schieramento ma Biella non si sblocca. Montegranaro allunga sul più sedici ma l’impressione è che non abbia assestato il colpo del ko. Bel altro lo spirito di Biella negli ultimi dieci minuti parte forte con un altro parziale di sei a zero. Ma conitnua ad essere abulica in attacco Montegranaro ribatte colpo su colpo. A cinque minuti dalla fine sono nove i punti da recuperare che diventano sette con un tiro da tre, finalmente, di Jurak. Esce Soragna per falli e gli ultimi minuti vedono Biella tentarle tutte ma i tiri ballano sul ferro mentre Montegranaro è più precisa. Vince meritatamente la squadra che ci ha creduto di più. Per Biella ora trasferta complicata a Treviso per affrontare Venezia, all’andata solo l’overtime fu fatale a Biella ora il pronostico sembra segnato ma l’Angelico ha imparato a stupirci.
Angelico Pallacanestro Biella - Fabi Shoes Montegranaro 63 - 73
(18 – 17; 31 – 41, 37 – 53 )
Angelico Biella: G. Jurak 5, N. Minessi 0., A. Coleman 15, T. Soragna 4, J. Pullen 23, M. Laganà 0, A. Miralles 10, E. Lombardi 0, F. Rossi n.e, W. Magarity n.e, M. Chessa 0 , T.Dragicevic 6,
Fabi Shoes Montegranaro C. Karl 4, S. May 12, G. Perini n.e., S. Nicevic 4, I. Zoroski 10, F. Di Bella 7, V. Mazzola 11, G. Piunti n.e, J. McNeal 11, D. Ivanov 14.
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