25 aprile 1945 per tutti la liberazione,
per la nostra famiglia un disastro perché in quella data perdemmo tutto, la nostra famiglia, di estrazione contadina, in quel giorno perse il suo capitale, il bestiame asfissiato dal bombardamento alleato.
Nonno Beppe uscendo dal rifugio guardando i suoi figli Giannino e Lucia disse ci siamo tutti, questo è l’unica cosa che conta.
questa la capacità della nostra famiglia, quella di ripartire magari da disastri a da crisi, di rimboccarsi le maniche e di creare nuove opportunità, in questo sta il nostro spirito, in questo c'è molto della vita dello zio Giannino che oggi salutiamo.
Quello di ripartire Lo abbiamo fatto più volte, anche quando causa la crisi agricola dell'inizio degli anni cinquanta proprio lui partì da Mantova alla volta di nuove opportunità.
Nel 1953 si doveva fermare a Milano e comprare una latteria invece, per mia fortuna, si spinse più a ovest, qui a Ponderano dove dette inizio a una nuova attività, anni difficili, ma il gruppo, il lavorare uniti, il fare squadra non erano vuote parole per lui ero lo stile che lo contraddistingueva.
Non ci si abbatteva sulle difficoltà si lavorava per risolverle.
Ho avuto due esempi nella mia vita mio padre e lo zio e da loro ho tratto proprio questo stimolo e questo insegnamento a non mollare mai.
Persona duttile
con pensieri e riflessioni mai banali
capace di intraprendere nuove attività senza mai fermarsi
e che ha sempre fatto fede al soprannome che contraddistingueva la famiglia Menghini a Carbonara Po luogo natio
BONAFIN (arguti e buoni di carattere)
Ciao Zio
Beppe
Peccato che a noi figli tu non hai chiesto nulla prima di metterti a leggere e postare i tuoi commenti
RispondiEliminaDelia MENGHINI
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