Emanuele Filiberto di Savoia il
generale nipote di Carlo V di Spagna, l’imperatore del regno su cui non
tramontava mai il sole, il generale che sconfisse a capo degli spagnoli la
Francia a San Quintino nelle Fiandre, riorganizzando l’esercito e imponendo una
ferrea disciplina e la cui statua si trova in Piazza San Carlo a Torino è senza
ombra di dubbio uno dei padri della patria. Con l’esperienza maturata in guerra
era convinto che lo stato sabaudo per poter durare dovesse avere un esercito
forte e deciso che fosse supportato da una solida struttura finanziaria L'aumento
della gabella del sale, l'introduzione delle gabelle sui consumi del vino e
carne oltre a quelle sul commercio d'esportazione e di transito fecero crescere
notevolmente il gettito delle imposte, dando al duca le risorse necessarie per
le sue riforme. In pochi anni la tesoreria generale del Piemonte, grazie anche
all'oculata gestione del duca, poté vantare un saldo attivo che andava a
incrementare una riserva monetaria notevole. Emanuele Filiberto cercò con ogni
mezzo di ridare impulso all'economia del ducato, prostrato dalle devastazioni e
dalle occupazioni straniere: favorì lo sviluppo della canalizzazione,
incoraggiò l'immigrazione di artigiani e coloni, abolì la servitù della gleba
(editto di Rivoli) I risultati della politica statale di Emanuele furono parziali,
ma diedero al duca le risorse necessarie per la costituzione di un piccolo esercito
basato sulle milizie provinciali, e non più sulle leve feudali o sulle truppe
mercenarie. Da segnalare anche la presenza di una flottiglia sabauda nella
battaglia di Lepanto sotto il comando di Andrea Provana di Leinì, un destino
quello di sconfiggere gli ottomani un secolo dopo sarà il turno di Eugenio di
Savoia
giovedì 30 dicembre 2021
Emanuele Filiberto l'eroe di San Quintino
mercoledì 29 dicembre 2021
Un popolo senza storia è come il vento sull’erba dove cresce il bufalo” 29 dicembre 1890
Seppellite il mio cuore a Wounded
Knee credo sia stato uno dei primi letti durante l’infanzia e non c’entra la
passione per la storia quanto la voglia di scoprire tutto quello che si poteva
su un popolo sull’onda dei film di john houston da ombre rosse a sentieri
selvaggi che avevano contribuito a popolare i miei pomeriggi e sere. Il mondo
dei pellerossa era di fatto la nostra infanzia, l’eterna lotta tra il bene
(quasi sempre i bianchi) e il male (i selvaggi). Un libro come quello di Dee Brown
invece portava alla luce una cultura diversa e apriva a un mondo in cui spesso
e volentieri i pellerossa erano le vittime e non i carnefici. Col tempo poi le
valutazioni sono decisamente cambiate e altri film come Balla coi Lupi hanno
messo in luce il carattere di queste popolazioni, di fatto costretto a fuggire
dall’ingordigia di territori di una nuova nazione che stava crescendo a
dismisura. Custer e Little Big Horn nel 1876 hanno rappresentato l’apoteosi
della nazione indiana ma di fatto ne ha decretato la fine e il 29 dicembre 1890
con il massacro compiuto dal settimo cavalleggeri (guarda caso la nemesi della
storia) si è chiusa per sempre l’epopea dei nativi americani e come recita un
proverbio sioux “Un popolo senza storia è come il vento sull’erba dove cresce
il bufalo”
domenica 26 dicembre 2021
La sostenibile leggerezza di Gianpiero Perone
lunedì 20 dicembre 2021
20 dicembre 1942, ultimi pensieri da Vescenskaja
sabato 18 dicembre 2021
Prova di carattere dell'Orange contro la capolista; per la Domus prima sconfitta
La partita perfetta quella che ha
disegnato Mr Patanè al Palabrumar contro la Domus Bresso. Un avvio fulminante e
poi il controllo della partita nonostante il ritorno dei lombardi che hanno
cercato di mettere in apprensione la difesa di Tropiano. Bresso paga dazio e
perde i primi punti in questo campionato dopo nove vittorie consecutive ma mantiene
la testa della classifica con un buon vantaggio sugli Orange. Una vittoria però
che fa morale per Celentano e compagni e che conferma l’imbattibilità casalinga
degli astigiani, senza ostacoli sul parquet di casa. La partita si mette subito
bene il pressing è alto e Rivella è decisamente indemoniato con giocate
sopraffine e tocchi di classe di alta scuola, la seconda rete è una vera e
propria perla del futsal. Ma è la squadra che gira bene, attenta in difesa,
costante nel pressing e determinata in attacco; gli ospiti ci mettono un bel po’
prima di mettere il naso fuori dall’area, anche se nella seconda parte del
primo tempo aumentano i giri del motore e impensieriscono un attento Tropiano.
Molto più aggressiva la squadra di Battaia nella ripresa, il pressing si fa
asfissiante e su alcune ripartenze Sasso, Mora e Moya con un Morimoto pronto a
fare da centro boa i lombardi vanno spesso al tiro centrando anche un palo. Proprio
Morimoto buca la difesa Orange e dimezza lo svantaggio, c’è anche spazio per
una rete annullata a Battaia colpevole di un fallo commesso ai danni del
difensore che lo contrastava. Ma poi la Domus si spegne incalzata dalle giocate
di un suntuoso Vitellaro che insieme a Celentano e Curallo fa diga in difesa ed
è pronto a ripartenze fulminee. Ibra, Scavino e Cannella mettono in seria
difficoltà la difesa lombarda con folate offensive al fulmicotone su una di
queste Cannella difende un pallone slalomeggia e poi infila l’incolpevole
portiere ospite. Mendes mette il sigillo con una bordata al volo su assist di
Vitellaro da calcio d’angolo. Negli ultimi cinque minuti Privitera diventa
portiere di movimento ma Tropiano, con un paio di bei interventi plastici nega
la gioia della rete alla Domus. Finisce in gloria con il pubblico che tributa
una standing ovation alla squadra, quella contro la capolista è stata una bella
prova di carattere.
Orange Asti vs Domus Bresso 4 – 1
(2-0 pt)
Marcatori: 2 Rivella (o) 1 Mendes
(o) Cannella (o) Morimoto (D)
venerdì 17 dicembre 2021
Cadorna vs Strada
E’ l’ultima querelle che sta
diventando di pubblico dominio; la cancellazione di un nome a favore di un
altro nell’intitolazione di un plesso scolastico; si tratta di due personaggi
che hanno fatto, piaccia o meno, la storia. Due epoche diverse, due realtà
differenti, due personalità distinte ma anche due contesti assolutamente non
parificabili. Metterli in contrapposizione è assolutamente fuori luogo, uno
rappresentava una classe militare d’antan tesa a raggiungere un obiettivo,
quello dell’unità d’Italia con schemi e situazioni militari ottocenteschi, l’altro
un medico fondatore di onlus che ha lavorato nei peggiori teatri di conflitti
in giro per il mondo salvando vite. Credo senza tema di essere smentito che non
basta un nome su un muro per definire la bontà della scuola o della sua
istruzione, ma quello che dentro quelle mura viene insegnato e tramandato. E tra
gli insegnamenti deve esserci quello di tramandare una corretta informazione
sul nostro passato. La scuola purtroppo ha spesso toppato quando ha dovuto far
studiare, o meglio comprendere il nostro passato; spesso ha trattato la storia
come un nozionismo sfrenato e non come la trattazione di tema attuali e comparabili.
Cadorna non è stato forse il migliore dei generali possibili ma ha retto il
fronte per tre anni mentre sugli altri teatri di guerra i capi di stato
maggiore venivano alternati con una frequenza innaturale; ha pagato l’inettitudine
di alcuni comandi (Badoglio, Cannoniere ecc) dopo il disastro di Caporetto ed
era figlio del suo tempo. Vero è che con l’entrata in guerra e con il
sacrificio di oltre 600 mila uomini siamo arrivati a quell’unità nazionale a
cui anelava ben 600 anni prima il sommo poeta e se siamo italiani lo dobbiamo
anche a lui e a suo padre Raffaele che con l’ingresso a Porta Pia fece entrare
Roma nel regno d’Italia (certo fu anche il repressore dei moti sul macinato).
Ecco loro sono stati i padri di quella patria che hanno visto anche nascere e
crescere persone come Gino Strada, ecco ricordare entrambi è corretto e
preservare la loro memoria è giusto e importante ma contrapporli è
assolutamente ridicolo
giovedì 16 dicembre 2021
il fedelmaresciallo Boroevic, il leone dell'isonzo contro gli italiani
I balcani da sempre sono stati un
settore in cui i conflitti sono stati esasperati, le guerre succedute nel corso
di secoli hanno messo in contrapposizioni etnie differenti che si sono guardate
in malo modo e spesso si sono affrontate con una ferocia senza pari: albanesi,
croati, serbi, bulgari, turchi bosniaci si sono affrontati all’ultimo sangue.
Non sono mancati i massacri e le stragi da una parte e dall’altra. La rivolta d’aprile
della bulgaria che poi diede il via alla guerra russo turca del 1877/78 e relativo
assedio di Plevna e cosi via. Se guardiamo alla prima guerra mondiale fa poi
specie, ma lo avevamo già sottolineato, come il gran capo generale che spezzò i
sogni di gloria di Cadorna sul Carso si chiamasse Boroevic Svetozar un serbo
croato come di quell’etnia era i molteplici soldati dell’esercito austro
ungarico che calcavano le trincee isontine. La sua tattica difensiva provocò molte perdite
agli italiani e bloccò l’offensiva sul Monte Hermada impedendo di fatto agli
italiani di raggiungere Trieste. E che fosse un difensivista più che un
attaccante lo si percepì nella battaglia del solstizio dove le sue truppe
subirono la sconfitta sul Piave così come a Vittorio Veneto in cui incalzato
dagli italiani e subendo anche la diserzione in massa degli ungheresi dopo la
battaglia fu costretto ad alzare bandiera bianca. Un tenace e fiero oppositore
alle truppe italiane : combattendo per l’austria ho difeso i croati contro gli
italiani soleva dire e questo la dice lunga anche sui rapporti futuri tra le
due popolazioni
sabato 11 dicembre 2021
Venti di passione per gli Orange corsari in trasferta a Nizza (1 -3)
lunedì 6 dicembre 2021
7.55 del 7 dicembre 1941 - tora tora tora
Se c’è una cosa che mi ha sempre
affascinato nella storia è immedesimarsi nel chi l’ha vissuta in prima persona
che era li presente in un evento diventato unico e così mi immagino quello che
succedeva esattamente 80 anni fa il 6 dicembre 1941, e se le strade per Mosca
brulicavano di mezzi corazzati tedeschi che non riuscivano a fare passi in
avanti, i venti grado sottozero inceppavano i fucili dei soldati e i
battaglioni asiatici di Stalin combattevano con gli sci ai piedi, mentre in Africa
era già tramontato l’impero del Duce, soprattutto dopo la resa dell’Amba Alagi.
Vi erano ancora due generazioni di giovani che non conoscevano il sibilo delle
pallottole e vivevano il sabato sera come una normale routine: sto parlando di
giapponesi e americani. I giapponesi imbarcati sulla flotta che veleggiava verso
le Hawaii in silenzio radar pensavano all’indomani come a un grande e grandioso
evento che avrebbe cambiato, e così fu, le sorti del mondo intero; e per loro avrebbe
voluto dire fama, notorietà e potenza. Il giovane americano quello di stanza a
Pearl Harbour, ignaro di quello che avrebbe vissuto il giorno dopo, cercava di
sbarcare il lunario in una base che credeva sicura e con i fuochi della guerra
lontana che non avrebbe mai toccato il suolo americano. Chissà quali pensieri,
quali sensazioni, quali speranze, quali prospettive, l’immaginario di popoli
diversi e di ragazzi che si affacciavano alla vita e che sarebbero diventati
maledettamente adulti nei 45 mesi successivi. Alle 7.55 del 7 dicembre 1941
risuonò potente nell’aria non solo il sibilo delle bombe giapponesi nel porto
mentre si andavano a schiantare sulle corrazzate statunitensi ma anche l’urlo
di generazioni di ragazzi che sarebbero state immolate sull’altare della
guerra. Il Giappone svegliò il gigante dormiente e il mondo non fu più lo
stesso.
sabato 4 dicembre 2021
Quinta vittoria di fila in casa per Orange Futsal Asti: doppio Rivella e Cannella e sigillo di Mendes
5 partite giocate al Palabrumar,
5 vittorie convincenti condite da 25 reti fatte e solo due subite. In casa
Celentano e compagni sono una sentenza non c’è spazio per gli avversari, un
ruolino di tutto rispetto a cui fa da contraltare il rendimento in trasferta,
sicuramente da migliorare. Una partita quella contro Bergamo impostata
all’attacco sempre e comunque e con un pressing asfissiante tutto campo anche
quando per larghi tratti l’allenatore lombardo ha fatto intervenire il portiere
di movimento. La partita la sblocca Rivella particolarmente ispirato oggi che
ha messo a sedere mezza difesa avversaria e ha infilato di giustezza, suo anche
il raddoppio, mentre il terzo sigillo nel primo tempo è merito di Mendes.
Suntuoso anche il rendimento di Cannella a cui per ben due volte il palo ha
negato la gioia della rete. Segnature per il buon Gioele che poi sono arrivate
nella ripresa, dopo un dribbling la prima, con un pregevole lob dalla propria
area nella seconda occasione. A quattro minuti dalla fine poi il Bergamo ha
accorciato le distanze su un rimpallo. Esordio casalingo per il portiere Solaro
che ha preso il posto di Tropiano e che si è distinto in un paio di interventi,
buone anche le prove di Del Bianco e Vitellaro ma è stato un gioco corale che
ha permesso alla truppa di Patanè di regolare gli ospiti e di conquistare la
seconda posizione in classifica alle spalle di una Domus che non ha ancora
commesso passi falsi. Ora la trasferta a Nizza la prossima settimana
Orange Asti vs Bergamo 5 – 1 ( 3 –
0)
Marcatori:
Primo tempo 3.38 Rivella (O ) 9’29
Rivella (o) 11’21” Mendes (o)
Secondo Tempo 6’37” Cannella (o) 13’39 Cannella (o) 16’05” 7 Bergamo
Contro la Corrazzata Reggio Emilia si lotta fino alla fine
Si andava in casa della capolista contro un gruppo che non ha mai perso e ha solo concesso un pareggio nelle partite precedenti. L’abbiam...
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Finale convulso al Palabrumar a 59 secondi dalla fine Borgnetto si accascia a centrocampo mentre aveva la palla, Boscaro si invola e Tres D...
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(fonte www.arkistudio.eu) TUA MADRE E’ MORTA La parola Collegio ha sempre evocato nelle menti di tutti una connotazione negativ...
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La partita perfetta non esiste di solito, ma quella disputata al Palabrumar, oggi, per l’Orange Futsal ha tutti i crismi per diventarla. U...