Nella settimana in cui tutto deve
essere silenziato, la grancassa del portiere e del suo fido scherano riempiono
le pagine di siti e giornali. Donnarumma resterà o meno al Milan o andrà all’eterna
nemica, dopo che in quello stadio proferì la famosa frase “sempre loro” dopo un
rigore generoso a fine partita. Le cronache, sempre che non sia atte alla
destabilizzazione della coscienza prima del big match, dicono che la società di
Venaria sarebbe disposta a investire 10 milioni netti all’anno al portiere, e
quale premio al mediatore, al secolo Raiola, 20 milioni più tre al padre del
portiere. Non c’è che dire una discreta valanga di dollaroni che farebbero gola
a chiunque, ma qui entra in scena ben altro e cambio il pronome rivolgendomi in
prima persona al portierone. “Caro Gigio, Hai sempre detto di amare quella
maglia, che non sono problemi di soldi (e se rimani sarebbero 8 netti comunque
non certo briciole), hai la fascia di capitano al braccio. E allora perché aspetti
a dire quello che tutti vogliono sentirsi dire: rimango qui!! La differenza la
fa la Champions, giocare nel palco europeo fa questa differenza?? La storia di
una società è fatta da persone: che dire di Franco Baresi che arriva in prima
squadra e vince la stella, e poi deve subire due retrocessioni, ma si prende la
sua rivincita anni dopo, o Mauro Tassotti, stessa strada, o Paolo Maldini e
Massimo Ambrosini. Tutti loro hanno avuto alti e bassi ma sono stati artefici
della loro fortuna nella stessa squadra per cui hanno sempre provato un amore
incondizionato. Questo tentennare, come dice giustamente Franco Ordine, non ti
farà entrare nei cuori del tifo milanista, da sempre molto vicino ai propri
campioni, e sempre stando alle cronache te lo hanno detto in faccia. Per cui
gioca queste ultime partite facendo vedere i tuoi talenti ma poi decidi in
fretta e ricordati che stai lasciando una strada che potresti poi rimpiangere, perché
noi quando andiamo in Europa di solito portiamo a casa il risultato
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