Deriso,
sbeffeggiato, sconfitto, ma mai domo, il piccolo generale Corso di cui ricorre
il bicentenario della morte oggi (5 maggio 2021) ha attraversato la storia come
uno tsunami, portando l’umanità fuori dalle secche dell’Ancien Regime all’Europa
Moderna. Piaccia o non piaccia con lui, che è stato in grado di sconvolgere la
storia continentale, siamo passati da un Europa oligarchica a una differente
percorsa da fremiti nazionali, con popoli pronti ad autodeterminarsi e ad
affrancarsi. Visionario, sicuramente eccentrico e valente stratega militare ha
tenuto testa per quindici anni a coalizioni, eserciti, potenti sovrani ed era
follemente amato dai suoi sostenitori. Errori sicuramente ne ha fatti, e non
solo in battaglia. Le sue idee non sono scomparse con lui, anzi ha generato i
semi di un nuovo mondo contro cui combattevano statisti potenti come Metternich,
pronti a imporre uno status quo che non sarebbe durato certo a lungo. “Non si conduce un popolo che
mostrandogli un avvenire: un condottiero è un mercante di speranza” questo
il suo testamento politico, che i suoi nemici cercarono di arrestare in quell’isoletta
in mezzo all’oceano che risponde al nome di Sant’ Elena, ma il suo genio e le
sue imprese erano ormai impressi nelle menti di coloro che avevano creduto al suo
verbo e l’omaggio di Manzoni rende più di chiunque altro la grandezza della
persona
Ei fu. Siccome immobile,
Dato il mortal sospiro,
Stette la spoglia immemore
Orba di tanto spiro,
Così percossa, attonita
La terra al nunzio sta,
Muta pensando all’ultima
Ora dell’uom fatale;
Nè sa quando una simile
Orma di piè mortale
La sua cruenta polvere
A calpestar verrà.
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