martedì 4 maggio 2021

Hic cineres, ubique nomen. Qui son le ceneri, dappertutto è il nome

Deriso, sbeffeggiato, sconfitto, ma mai domo, il piccolo generale Corso di cui ricorre il bicentenario della morte oggi (5 maggio 2021) ha attraversato la storia come uno tsunami, portando l’umanità fuori dalle secche dell’Ancien Regime all’Europa Moderna. Piaccia o non piaccia con lui, che è stato in grado di sconvolgere la storia continentale, siamo passati da un Europa oligarchica a una differente percorsa da fremiti nazionali, con popoli pronti ad autodeterminarsi e ad affrancarsi. Visionario, sicuramente eccentrico e valente stratega militare ha tenuto testa per quindici anni a coalizioni, eserciti, potenti sovrani ed era follemente amato dai suoi sostenitori. Errori sicuramente ne ha fatti, e non solo in battaglia. Le sue idee non sono scomparse con lui, anzi ha generato i semi di un nuovo mondo contro cui combattevano statisti potenti come Metternich, pronti a imporre uno status quo che non sarebbe durato certo a lungo. “Non si conduce un popolo che mostrandogli un avvenire: un condottiero è un mercante di speranza” questo il suo testamento politico, che i suoi nemici cercarono di arrestare in quell’isoletta in mezzo all’oceano che risponde al nome di Sant’ Elena, ma il suo genio e le sue imprese erano ormai impressi nelle menti di coloro che avevano creduto al suo verbo e l’omaggio di Manzoni rende più di chiunque altro la grandezza della persona

 

Ei fu. Siccome immobile,
Dato il mortal sospiro,
Stette la spoglia immemore
Orba di tanto spiro,
Così percossa, attonita
La terra al nunzio sta,

Muta pensando all’ultima
Ora dell’uom fatale;
Nè sa quando una simile
Orma di piè mortale
La sua cruenta polvere
A calpestar verrà.

 

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